Dumfries spontaneo: "Ehi, sono arrivato sopra Haaland! All'Inter niente scrupoli, ad aprile compirò 30 anni..."

Dumfries spontaneo: "Ehi, sono arrivato sopra Haaland! All'Inter niente scrupoli, ad aprile compirò 30 anni..."TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 14:50Primo piano
di Yvonne Alessandro

Denzel Dumfries al momento è lontano dall'Inter, in ritiro con gli Oranje del CT Koeman per affrontare le sfide contro Malta e Finlandia, valide per i Mondiali 2026. Il terzino destro dell'Inter è stato intervistato da de Volkskrant, media olandese, per raccontarsi, a partire dalla cerimonia del Pallone d’Oro dove è arrivato al 25º posto: "Quando mi soffermo un attimo sulla mia carriera, come è successo di recente dopo la cerimonia del Pallone d’Oro, mi sento orgoglioso di me stesso. Penso: 'Ben fatto. Stai andando alla grande (ride, ndr)'".

E ha proseguito: "Ho imparato una volta dall’allenatore Alex Pastoor (avuto allo Sparta Rotterdam, ndr) che bisogna godersi il momento, essere consapevoli di dove si è arrivati ed esserne fieri. Ma a volte è difficile. È importante fare un passo indietro e guardare le cose con più distacco, da dove ci si trova. Perché quando si è impegnati in mille cose, ci si dimentica a volte da dove si viene. Dove mi trovo ora? Posso essere soddisfatto? Due finali di Champions League in tre anni con l’Inter: di questo posso essere davvero orgoglioso".

La mentalità cambiata: "Per tanto tempo ho avuto questa mentalità: non mi posso ammalare, non mi posso infortunare. Non posso fare questo, non posso fare quello. Era così che vivevo, inconsciamente", ha ammesso. "Con quella mentalità sono entrato in una sorta di flusso, in un tunnel. Sempre dritto, sempre avanti. Al top bisogna essere molto disciplinati con se stessi. E devo dire che in questo sono piuttosto bravo, se posso permettermi di dirlo".

Una nuova fase di vita e carriera: "Ad aprile compirò 30 anni, entrerò in una nuova fase della mia carriera. Ho ancora degli obiettivi da raggiungere. Sono anche padre. La cosa più importante è trovare il giusto equilibrio. È una sfida, anche con la mia organizzazione giovanile (Duce, ndr). Stiamo crescendo, stiamo avendo un impatto. È fantastico. Riceviamo storie di giovani che sono usciti dal nostro programma e sono tornati nell’istruzione regolare, oppure hanno trovato lavoro. È per questo che lo facciamo".

La leadership e il suo carattere: "Posso anche prendere l’iniziativa per dare energia alla squadra. Essere un esempio nella lotta, in un modo un po’ insolito per i Paesi Bassi. Posso dare il tono, e dovrei farlo ancora di più. Altri paesi sono avanti rispetto all’Olanda in questo. Io posso andare un po’ fuori dagli schemi, aiutare a fare un passo avanti in quel processo".

Poi ha aggiunto a proposito delle mancanze dell'Olanda e delle differenze con l'Inter: "L’Argentina, ad esempio, fa tutto il possibile per vincere. Non lascia nulla al caso. Noi forse siamo un po’ troppo ‘educati’. Fa parte del gioco. Non è la cosa più importante, ma può essere quel piccolo extra, quell’un per cento in più. Portare a casa la partita, commettere un fallo, anche se non strettamente necessario, per fermare un contropiede. Sì, all’Inter siamo maestri in questo (ride, ndr). Se lì non lo fai, è peggio che farlo. Non ci facciamo scrupoli a commettere un fallo o a superare un po’ il limite. Qui in nazionale potremmo farlo un po’ di più".

L'emozione della cerimonia del Pallone d’Oro: "È stato speciale partecipare alla cerimonia del Pallone d’Oro, in mezzo a tutte quelle stelle mondiali. È stato un onore essere tra i migliori trenta del mondo. Avevo un vestito bellissimo. Ho ricevuto un sacco di complimenti. Ehi, sono arrivato persino un posto sopra Haaland! È stata la coronazione di una stagione con tante buone partite".

Sulla presenza che si percepisce in campo: "Penso sempre a cosa posso migliorare, ma devo anche essere realistico. Fare ancora più gol e assist è quasi impossibile per un difensore. Quindi: devo puntare a quello, o a migliorare nel gioco in sé? È su questo che mi sto concentrando. A volte essere più presente nella costruzione, nel gioco di squadra. Essere un po’ più dominante. Quando sei così coinvolto nella fase finale, nei gol e negli assist, tendi ad aspettare quel momento decisivo. Ma posso essere più coinvolto nella fase iniziale del gioco. Portare più spesso la palla in avanti, cercare una triangolazione".

Poi fa una riflessione: "Sono in un’età in cui ho già vissuto molte esperienze, anche nei grandi tornei. Ora posso anche assumere un ruolo di leader. Lo faccio già, anche a parole. Non sono un tipo silenzioso, ma ci sono ancora passi da fare".

Infine sulla partita contro la Lituania e il Mondiale 2026: "In Lituania siamo passati presto sullo 0-2. Poi, però, ci è mancata un po’ di attenzione nei due gol subiti. Non possiamo permetterci di essere sorpresi e dobbiamo mantenere la concentrazione per novanta minuti. In partite come questa è più difficile che contro le big. Possiamo accettarlo? No. È la realtà? Sì. Ne abbiamo tratto una lezione".

E ha concluso: "Alla fine della stagione c’è il Mondiale. Con il nostro fantastico gruppo, c’è il potenziale per puntare al massimo. Sì, ci credo fermamente. Tutto deve andare per il verso giusto, e possiamo influire su questo. In alcuni aspetti serve ancora quell’un per cento in più. Non tutto è ancora perfetto. Partite come quella in Lituania fanno parte del percorso. Fortunatamente non ci è costata punti. È stato un campanello d’allarme, un momento per fare squadra".