Chauvin (ex allenatore Diouf e Bonny): "Credo tantissimo in Diouf, lo vedo bene in un centrocampo a 3. Bonny non deve sorprendere"

Non c'è un giovane talento francese che non sia passato dallo scrutinio di Landry Chauvin, tecnico francese che ha allenato - tra le altre - la Francia U18, U19 e U20. Nel corso dell'intervista da lui rilasciata in esclusiva a L'Interista, il classe 1968 ha parlato della scelta dell'Inter di puntare su Andy Diouf, dello scoppiettante esordio di Ange-Yoan Bonny e dell'interessamento dei nerazzurri per il difensore del Rennes Jérémy Jacquet.
L'Inter ha deciso di prelevare Andy Diouf dal Lens per 25 milioni di euro. Come descriverebbe il calciatore francese?
Andy è un ragazzo che ho ingaggiato al Rennes quando aveva 13 anni. È qualcuno in cui credo tantissimo, che ha una vera potenza che piacerà in Italia. Ne sono profondamente convinto. Quindi penso che, dopo un po' di tempo per adattarsi, si imporrà rapidamente. È un centrocampista box-to-box mancino che ha una grande forza, capace di rubare e strappare palloni dai piedi degli avversari. E, soprattutto, ha la capacità di accelerare dopo aver recuperato il pallone. Deve solo essere un po' più presente in zona d'attacco e credere di più in sé stesso per usare la sua potenza di tiro e segnare un po' più di gol.
In che posizione lo vedrebbe nella formazione nerazzurra? Può coesistere con Barella e Calhanoglu?
Lo vedo in un centrocampo a tre con un ruolo un po' da box-to-box. Quindi è vero che l'abbinamento con Barella o Calhanoglu può essere interessante. In ogni caso, il fatto che sia mancino darà anche un po' più di equilibrio al centrocampo dell'Inter.
L'inizio di Ange-Yoan Bonny con l'Inter non poteva essere migliore. Si aspettava quest'impatto da parte del francese?
Penso che Ange sia un gran lavoratore. Ha fatto una splendida preparazione, non bisogna dimenticare che conosce perfettamente l'allenatore, dato che ha condiviso con lui l'esperienza di Parma. Quindi non sono sorpreso che si sia imposto fin da sùbito. Perché sta raccogliendo i frutti del lavoro fatto e ormai conosce perfettamente il calcio italiano. Ha avuto il tempo di adattarsi in tutti questi anni a Parma. E oggi darà un enorme contributo, ne sono certo, nel ruolo di terzo o quarto attaccante. Sarà sempre presente quando lo si chiamerà in causa.
L'Inter guarda di nuovo alla Francia per rinforzare il reparto arretrato. Tra i nomi sondati vi è anche quello di Jacquet del Rennes: secondo lei, è da Inter?
Jérémy Jacquet è senza dubbio un talento e non sono sorpreso che oggi tutti i club si interessino a lui. Anche lui l'avevo ingaggiato a Rennes quando era ancora molto giovane; aveva 13 anni. È un ragazzo che all'inizio, prima che la sua crescita fosse completa, era piuttosto fragile. Ma oggi ha raggiunto la pienezza delle sue capacità. Non sono sorpreso che molti club, specialmente inglesi, si interessino a lui, perché penso che abbia il profilo giusto per adattarsi in Inghilterra. Il calcio italiano è un po' più tattico; saprà gestirlo, ovviamente, perché è intelligente. Ma ha anche bisogno di libertà; è capace di superare la sua posizione e di inserirsi a centrocampo. Ecco perché non sono sorpreso che un grande club come l'Inter si interessi a lui. Ovviamente, non è l'unico.
Si ringrazia Chauvin per la sua disponibilità.
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