Repubblica elogia Lautaro: "Uno Zanetti più tatuato, sta entrando nella storia dell'Inter"
È un vero e proprio elogio quello che La Repubblica dedica oggi a Lautaro Martinez, simbolo dell’Inter che chiude l’anno solare e del futuro che si sta costruendo a Milano. Il quotidiano ripercorre un 2025 fatto anche di acciacchi fisici, superati in silenzio, senza mai trasformarli in un alibi o in un tema pubblico. Lautaro li ha citati solo dopo Atalanta-Inter, quasi di sfuggita: il principio è sempre lo stesso, se gioca è perché sente di poterlo fare. Punto.
I numeri raccontano meglio di qualsiasi discorso il suo peso specifico: 166 gol con la maglia dell’Inter, quarto marcatore di sempre nella storia del club. Davanti a lui restano solo monumenti: Boninsegna (a cinque reti), Altobelli (209) e, irraggiungibile lassù, Meazza. Un’ascesa costante, costruita senza scorciatoie, mentre intorno a lui prende forma anche una vita solida fuori dal campo.
Da Bahía Blanca, dove viveva in famiglia senza soldi, alla casa dietro l’Armani Building a Milano. Nel mezzo, insieme alla moglie Agustina, l’apertura di una cantina vinicola a Mendoza e del ristorante Coraje, in zona Brera. Radici e ambizioni che convivono.
La Repubblica lo definisce una sorta di Zanetti “più tatuato”: stesso senso di appartenenza, stessa serietà, ma in campo un volto più ruvido, torvo, capace di ringhiare. Come nel battibecco con Conte durante Napoli-Inter. Era il leader silenzioso di Inzaghi, oggi è la spalla forte di Chivu. Sempre con quella faccia lì: determinata, feroce, quella mostrata dopo il gol di Bergamo. Quella di un capitano vero.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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