Ranocchia: "Inter? Due campionati sbagliati, ma la squadra è forte. Chivu bravo tecnico"

L'ex difensore dell'Inter Andrea Ranocchia si è raccontato in esclusiva a TMW: "Forse la scelta di andare alla Sampdoria, mi sono fatto prendere un po' troppo dall'impulsività. La scelta è stata un po' troppo veloce, per me era un momento molto difficile. Sono andato via da Milano per ritrovare la via, ma i problemi che avevo personalmente me li sono portati dietro. Per il resto no, nulla, soddisfattissimo".
Ed è ambasciatore per l'Inter.
"Sì, vado in giro fra club e settore giovanile. Poi lavoro per Mediaset, faccio l'opinionista fra Pressing e Coppa Italia. Dico la verità, mi piace come tipologia di lavoro post carriera. Non è un impegno giornaliero quindi riesco a gestirmi"
È una soluzione definitiva? Non è che potrebbe finire ad allenare?
"Per ora non ho la voglia, né la testa, per rimettermi in quel mondo lì in toto. Se faccio il tecnico diventa dieci volte rispetto a quanto facevi da calciatore, devi vivere per quello. Ti dimentichi quasi la famiglia, gli amici, chissà cosa inizi. E poi termini che hai 70 anni".
Parlando della Serie A, c'è un livello più alto rispetto agli anni passati?
"Sono passate solo cinque giornate, è ancor prima di presto. Il Napoli, al netto della sconfitta con il Milan, è una certezza del campionato. Se la giocheranno fino alla fine. L'Inter anche perché ha sbagliato due campionati ma ha una squadra forte, un tecnico bravo, sarà una bella lotta. Nel Milan si vede già l'impronta di Allegri, rispetto all'anno scorso si nota. Sono compatti, poi hanno Modric e Rabiot in mezzo al campo che sono complementari. Hanno una sola partita a settimana, al termine i km percorsi sono molti meno".
E la Juve?
"Un gradino sotto. Sopra ci sono Napoli e Inter, perché da una parte Conte in panchina incide tanto, dall'altra perché Chivu è forte, ci ho giocato. Un uomo da dieci, si fa voler bene, ha dei concetti di calcio".
Napoli è frizzante fra Conte e De Bruyne...
"Conte lo è con tutti. È così, è la sua mentalità, non guarda il nome del giocatore, quanto ha vinto, oppure altre cose. Vede gli atteggiamenti dell'ultimo giorno, per il suo obiettivo, che è quello di arrivare in cima, devi ragionare così. Non puoi soprassedere se qualcuno ti risponde male perché ha avuto una giornata un po' così. Non so come risolveranno, ma credo abbiano già chiarito. De Bruyne è un ragazzo intelligente".
Era successo anche all'Inter?
"Con Lautaro, era uscito e si sono bacchettati, lui non era contento della sostituzione. Tu non hai altre scelte, lui è l’allenatore e si prende le responsabilità se le cose vanno bene o male. Conte dice una cosa molto semplice: sa come vincere e la storia parla da sola, su otto campionati di A ne ha vinti sette. Il suo metodo è quello, porta avanti il gruppo e non il singolo. O stai con lui o non vai bene nella sua squadra, ed è la sua forza".
Però in Champions non va bene.
"È difficile, non è nemmeno giusto dare la responsabilità a un allenatore, oppure patentini di specializzato di qui o di là. La Champions è un mondo a parte, vivono un calcio diverso dal tuo. Più standardizzato. Dipende dallo stato di forma nelle partite importanti, se non sei brillante in due partite sei fuori, il campionato è una maratona. La Champions è una staffetta da 4x400, le incognite incidono tanto".
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