Il 2023 dell'Inter: Lautaro, la consacrazione dopo lo 'strano' Mondiale
Se il 2023 è stato l'anno della consacrazione per Lautaro Martinez, il Mondiale in Qatar ne è la genesi. In una maniera che forse, prima della kermesse, era imprevedibile: il Toro ha chiuso con zero reti tra tempi regolamentari e supplementari, eppure è riuscito a lasciare il segno.
Falsa partenza, poi la gioia
Il Mondiale del Toro parte come peggio non poteva: Scaloni gli concede una chance da titolare all'esordio, il VAR gli annulla due reti e l'Albiceleste battezza il suo cammino con una sconfitta a sorpresa con l'Arabia Saudita. Da lì in poi è tutto un crescendo, ma non per Lautaro, che perde il posto in favore di Julian Alvarez e colleziona panchine. Sarà così fino alla fine, ma Lauti trova comunque il modo di togliersi grandi soddisfazioni: pesantissimo il rigore finale contro l'Olanda che consegna il pass semifinale l'Argentina, inquantificabile la gioia dopo il trionfo sulla Francia, nella quale il capitano interista trova spazio per una ventina di minuti, durante i tempi supplementari.
Rimpianti e sacrificio
Pur non brillando, su quell'indimenticabile esperienza Lautaro ha costruito il percorso che l'ha proiettato, nel corso dei successivi dodici mesi, nell'Olimpo dei centravanti più importanti attualmente in attività. "Non è stato il Mondiale che mi aspettavo", ha ammesso proprio il Toro in una recente intervista: "Ma ci sono arrivato con un problema alla caviglia, per oltre un mese ho dovuto fare delle infiltrazioni". Lauti è uno che non si risparmia: pur sapendo che il Qatar avrebbe rappresentato l'apice della sua carriera - almeno fino a quel momento -, non ha pensato nemmeno per un istante di far venire meno il proprio contributo per l'Inter. Anche a costo di mettere a rischio la sua partecipazione al Mondiale.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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