Giudice: "Caso Acerbi, difficile che non si riesca a risalire al fatto con 7 mila telecamere"

Il giornalista Alessandro Giudice, intervenuto ai microfoni di TVPlay, ha parlato così del caso Acerbi. “Una vicenda che non mi appassiona troppo perché oggettivamente sono fatti spiacevoli poi non ho questa morbosità di sapere cosa succederà e se si dimostrerà Acerbi colpevole. Ogni fatto andrà dimostrato in qualsiasi tipo di procedimento e se sarà accertato che ha utilizzato frasi razziste sarò sorpreso perché l’ho sempre considerato e anche tutt’ora fino a prova contraria una persona corretta e molto pacata anche nelle dichiarazioni. Nel caso ci sarà la giusta punizione della giustizia sportiva, sono abbastanza laico non faccio il tifo per nessuno ma solo per l’accertamento reale senza ombre della verità”.
“Il razzismo è una cosa odiosa, capisco che in certi momenti di agonismo possano scattare determinate cose però non le giustifico perché devono fermarsi alla reazione o alla parolaccia mentre l’insulto razzista non può scattare nemmeno nei momenti di massimo furore perché altrimenti vuole dire che ce l’hai dentro. Sono cose un po’ over come la bestemmia o la reazione fisica però ripeto viviamo in uno stato di diritto anche nel mondo sportivo, mi auguro si faccia chiarezza anche se con 7mila telecamere allo stadio, telefonini che riprendono mi riesce difficile immaginare verificare effettivamente che non si riesca a risalire a cosa abbia detto. Magari può anche darsi che Juan Jesus possa aver sentito male oppure se c’è stato questo insulto che la giustizia sportiva intervenga”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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