Frey: "Moratti era un dirigente vicino ai giocatori. All'Inter giocavi per vincere, ho imparato la mentalità"

L'ex portiere Sebastien Frey, ha rilasciato un'intervista al quotidiano francese L'Equipe nella quale è tornato a parlare anche dell'era Moratti. Le sue parole: "L'Inter è il mio primo amore nel "grande" calcio", ricorda Sebastien Frey. Arrivo a 18 anni dall'AS Cannes (per 16 milioni di franchi o circa 2,5 M€) con i Ronaldo, Roberto Baggio, Youri Djorkaeff, Diego Simeone, Pepe Bergomi, Javier Zanetti, Ivan Zamorrano e un giovane che si chiamava Andrea Pirlo. Era l'epoca del presidente Massimo Moratti (1995-2013), un personaggio enorme, un dirigente vicino ai suoi giocatori. Ricordo che aveva salvato la vita a (Nwankwo) Kanu pagandogli un'operazione al cuore negli Stati Uniti per un problema rilevato alla sua firma (proveniente dall'Ajax Amsterdam).
Su Moratti.
"Il suo club era anche la sua famiglia. È ancora un onore aver vissuto quell'epoca, far parte di questa leggenda. È stato un periodo magnifico ma con il rammarico di non aver vinto più titoli. Ma mostra anche cosa fosse la Serie A, cosa rappresentava il calcio italiano, il Calcio, senza dubbio il più grande campionato del mondo. L'Inter era un mostro sacro. Ho imparato il rigore lì e il lavoro. Ogni allenamento, ogni partita, giocavi per vincere! Ho assorbito questa mentalità".
E ancora: "Una partita mi ha segnato, contro il Real Madrid in Champions League. Eppure ero in panchina con Gianluca Pagliuca in porta. Si vince 3-1, con una doppietta di Baggio (in fase a gironi, il 25 novembre 1998). Ho avuto l'impressione che San Siro sia esploso sull'ultimo gol! Era un cratere con uno stadio pieno di oltre 80.000 persone. È lì che mi sono detto che dovevo diventare presto titolare in questa squadra. Era mostruoso. L'impressione che San Siro stesse per cadere a terra!".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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