Di Caro sulla Gazzetta: "City quasi imbattibile, ma è sui quasi che si costruiscono le imprese. Inter, credici!"
Nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro presenta così la finalissima di Champions League tra l'Inter e il Manchester City: "Il 10 giugno ad Istanbul l’Inter se la vedrà contro la squadra più squadra che c’è. Il City ieri ha letteralmente distrutto il Real e forse messo fine alla straordinaria storia di Carlo Ancelotti a Madrid, nonostante sei trofei vinti in due anni. Una vera lezione di calcio. Un’umiliazione senza precedenti a questi livelli. La prima mezzora del City è stata talmente impressionante da sembrare irreale. Poteva finire 6-0 e non ci sarebbe stato nulla da dire. Così si gioca solo in paradiso. La squadra di Pep Guardiola è un’orchestra perfetta in cui grandissimi interpreti eseguono senza sbavature uno spartito. E il calcio che viene prodotto è davvero celestiale. Un piacere per gli occhi. Per gli esteti e per i pratici. Per i giochisti e per i risultatisti. Per chiunque. Perché il City ottiene tutto divertendo e concede pochissimo. Si può chiedere di più? Non c’è mai un movimento casuale, tutto è preparato e studiato, provato e riprovato in allenamento per creare meccanismi perfetti. Ma all’interno degli schemi viene lasciata libera di esprimersi all’enorme qualità individuale di almeno 6-7 super atleti. Il City non è solo bellissimo, è ultra moderno, potente, equilibrato, imprevedibile, cortissimo e altissimo, capace di coprire perfettamente il campo. Sarà che quando si corre insieme e si resta corti si fatica meno, ma chi gioca non sembra mai stanco, tanto che Guardiola fatica a fare cambi durate la gara. Ieri il primo è arrivato al 78’. Attacca con 7-8 uomini, di cui sempre almeno 5 nell'area di rigore avversaria, crea un'infinità di azioni (ieri Courtois è stato il migliore in campo) ma sa anche difendere benissimo".
Si prosegue col pronostico e le chances nerazzurre: "Dunque Inter vittima sacrificale e il 10 giugno a Istanbul inutile presentarsi? Qualsiasi tifoso nerazzurro ieri notte si sarà chiesto come si può fermare una corazzata simile. Sulla carta non c’è quasi partita. Ma il calcio è lo sport più bello del mondo perché può essere imprevedibile. Ogni gara fa storia a sé. Contro uno stratega del livello di Pep (forse il più grande di sempre) Inzaghi dovrà essere un tattico perfetto. Servirà una partita senza il minimo errore. Sulle fasce si giocherà una bella fetta di finale. Con quegli esterni di attacco di Pep a piede invertito, sempre altissimi e larghissimi pronti a inserirsi, tagliare e creare spazi e assist per i compagni. E poi Gundogan e De Bruyne, due centrocampisti universali con piedi da trequartisti, capaci di ogni cosa e cecchini da fuori area. E Haaland? E quello Stones che si stacca dalla difesa e diventa centrocampista centrale aggiunto in fase di possesso? E poi... E poi... E poi... C’è da farsi venire il mal di testa. Ma ogni partita inizia da 0-0 e nessuno parte battuto prima di giocare. E allora: coraggio Inter. E’ quasi impossibile batterli. Ma su quel quasi bisogna provare a costruire l’impresa".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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