Guarneri: "Non mi aspettavo che l'Inter battesse il Barça. Col PSG..."

Sessant'anni fa l'Inter eliminava il Liverpool, rimontando il 3-1 di Anfield a San Siro, e La Gazzetta dello Sport intervista l'ex colonna della difesa nerazzurra Aristide Guarneri. Di seguito il suo ricordo: "Confesso. Non ho molti ricordi di quella partita. Ho più in mente quella dopo, la finale col Benfica: la giornata di pioggia, il terreno fangoso che oggi una partita così mica te la farebbero giocare, il gol di Jair".
A fine gara gli altoparlanti suonarono “When the Saints go marching in”.
"L’avevano cantata a Liverpool all’andata. Loro erano forti davvero, era finita 3-1 e i gol in trasferta non valevano il doppio. Ci davano per spacciati. Ma Mazzola arrivò con quel disco sotto il braccio, andando dritto dallo speaker: “Se passiamo metti questa”. Non dimentico soprattutto il gol di Giacinto, il terzo. Picchi-Bedin-Mazzola-Facchetti. Che giocatore Giacinto: 62 gol da terzino, neppure uno su rigore o punizione".
Lo “stopper gentiluomo”: perché la chiamavano così?
"Non mi piaceva far male all’avversario, per non colpire nessuno curavo molto l’anticipo. Mi diedero anche un premio: in un anno non avevo preso un giallo. Oggi farei fatica a giocare, non dico che facciano apposta, questo no, ma vedo falli inutili".
Oggi con chi le piacerebbe giocare tra gli attaccanti nerazzurri?
"Thuram. Mi piace quel tipo lì, non è uno svagone, aiuta i compagni, non va in terra e cinque minuti dopo corre più di prima. Mi sembra uno sano".
E tra i difensori centrali?
"Mi piacciono quelli dell’Inter, sempre puliti. Bastoni, Acerbi, anche De Vrij. Poi quello della Juve, come si chiama...? Bremer, ma con tutti questi stranieri mi confondo con i nomi. Sono troppi".
Inter-Barcellona?
"Mi hanno sorpreso, pensavo: “non vinciamo più niente”. E qui molto si deve all’allenatore, ha lavorato sulla testa, sullo spirito di gruppo. Sommer grandioso e poi quel 3 a 3 di Acerbi nel recupero. Mi sono un po’ incavolato, però, sulla marcatura del biondo: sì, Yamal. Incavolato ma al tempo stesso capisco, perché non sono più abituati a marcare a uomo e questo non puoi farlo tenendolo a cinque o dieci metri".
E adesso la finale. Il pronostico di Guarneri?
"Il Psg si può battere, ma ha un paio di uomini che da soli possono risolvere la partita, penso a Kvaratskhelia, a Fabian Ruiz. Certo, anche loro saranno preoccupati perché l’Inter non è una squadretta, importante che siano in campo i titolari, che studino bene gli avversari e, ripeto, conterà molto la testa".
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