Caressa: "Nel calcio ormai si gioca un tempo solo, servono riforme radicali"

Caressa: "Nel calcio ormai si gioca un tempo solo, servono riforme radicali"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 16:45News
di Alessandra Stefanelli

Il giornalista e telecronista Fabio Caressa lancia un duro atto d’accusa contro la deriva del calcio italiano, sempre più lento, spezzettato e povero di spettacolo. Intervistato dal Corriere dello Sport, il volto di Sky Sport analizza senza mezzi termini la crisi del nostro gioco: “È brutale, ma va detto: gli spettatori ormai pagano per vedere soltanto un tempo. I tifosi, soprattutto i giovani, si stanno stancando di un calcio dominato da interruzioni e da troppi 0-0. Non si gioca più, si aspetta”.

Dati alla mano, il tempo effettivo medio in Serie A è sceso a 53 minuti: “Tra punizioni, rimesse e corner ci vogliono 40 secondi per riprendere il gioco. Con 60 o 70 interruzioni a partita, si perdono mezz’ora di calcio vero. È un problema enorme, tecnico e culturale”.

Il risultato, secondo Caressa, è un calcio più povero: “Calano dribbling, ingressi in area e xG, aumentano invece i gol da palla inattiva. Significa che tecnicamente ci stiamo impoverendo, e che più il gioco si ferma, più si cerca di colpire solo da fermo”.

Non manca la critica agli atteggiamenti in campo: “Il non-gioco e le simulazioni sono devastanti, bloccano il ritmo e tolgono credibilità. Bisogna intervenire con il cartellino rosso per chi simula, non se ne può più di vedere giocatori a terra a ogni minimo contatto”.

Anche gli arbitri finiscono nel mirino: “Ha ragione Capello, si fischia troppo e non si puniscono i falli sistematici. Quello che oggi si chiama ‘SPA’, fallo tattico, va sanzionato con decisione. È diventato un abuso”.

La soluzione per Caressa è chiara: “Serve il tempo effettivo, non se ne può più fare a meno. Si gioca sempre meno e si segna sempre di meno: un anno fa, a parità di giornate, c’erano cinque gol in più. È un dato che deve far riflettere tutto il nostro calcio”.