Biasin: "Conte più furbo di Lautaro, dopo la sceneggiata l'Inter è sparita dal campo"
Nel suo editoriale su TMW il giornalista Fabrizio Biasin è tornato sull'acceso scambio di opinioni in campo tra il capitano nerazzurro Lautaro Martinez e il tecnico azzurro Antonio Conte nell'ultimo Napoli-Inter: "Lautaro e Conte non sono molto amici, lo abbiamo capito. In seguito al loro battibecco in campo si sono scatenati i perbenisti ed è possibile che anche tra voi lettori molti stiano pensando “che vergogna, che esempio diamo ai bambini. I bambini!”. Ci sta, non è stata una gran mossa da parte di entrambi, ma evitiamo di esagerare. I due evidentemente si stanno sullo stomaco e il dato di fatto è che la riprova del campo ha detto che il primo (Conte) è stato più furbo del secondo (Lautaro), sparito dal campo insieme a tutta l’Inter proprio dopo la sceneggiata. Conte è un maestro di campo e di strategia, non c’è che dire. “Di campo” perché con Neres “falso attaccante” ha messo in crisi tutta la difesa nerazzurra, “di strategia” perché ancora una volta ha trovato il punto debole dei suoi avversari e su quello ha insistito (in qualche modo agevolato anche dal ko di De Bruyne - in bocca al lupo al ragazzo - che gli ha permesso di tornare all’antico e più redditizio schieramento). Poi c’è il “fuori campo” dell’ex ct e su quello ognuno ha la sua legittima opinione. Noialtri ci permettiamo di muovere degli appunti:
1. Non è piacevole sentire un allenatore che per esaltare se stesso dimentica chi ha lavorato insieme a lui e/o sminuisce i suoi colleghi (“io ho riportato l’Inter alla vittoria (…) L’Inter da anni è la più forte ma ha vinto meno del previsto”).
2. Non è coerente dire “L’Inter degli ultimi anni è la più forte” se è vero come è vero che a suo tempo proprio lui la abbandonò in nome - a suo dire - della competitività smarrita.
3. Non è coerente (e due) parlare di var che per il bene del calcio “deve intervenire sempre per correggere gli errori” (un anno fa dopo Inter-Napoli) e tacere per il legittimo bene personale dopo Napoli-Inter.
4. Non è coerente (e tre) se dice - parole di ieri - “…Spero che certe lamentele non condizionino Rocchi: se un presidente si lamenta dà un indirizzo importante e non va bene”. E si dimentica che meno di un anno fa patron De Laurentiis, proprio dopo Inter-Napoli, disse così: “E’ necessario fare in modo che non si alimentino sospetti e dubbi, e il rispetto, come sottolineato da Rocchi, dev’essere reciproco per evitare, come ha detto lui, che si incendi il campionato (…) È noto che spesso gli arbitri in campo non sono favorevoli all’intervento degli arbitri del Var, perchè le correzioni delle loro decisioni gli tolgono autonomia e credibilità. Tuttavia, di fronte a episodi eclatanti e a errori palesi, il Var deve intervenire, almeno richiamando l’arbitro alla visione di quanto è accaduto al monitor. Questo per il bene del calcio”. Eh…
E veniamo al fattaccio. Il disastro di campo del Maradona griffato dalla quaterna arbitrale è stato certificato da Rocchi, cosa che - purtroppo- capita ormai ogni settimana nella celebre trasmissione. Non si tratta tanto della decisione presa in campo (comunque sbagliata secondo la classe arbitrale) ma di come è stata presa (procedura regolamentare presa a calci). Un errore grave che si sposa benissimo con gli altri obbrobri di giornata, da Lazio-Juve a Parma-Como fino a Fiorentina-Bologna. Un disastro che non può essere sanato col settimanale “Giro di punizioni” di Rocchi (uno retrocesso, quell’altro sospeso e chi s’è visto s’é visto) perché 1) Più delle punizioni sono fondamentali le soluzioni (che non si intravedono) e 2) Di questo passo rimarremo a corto di arbitri spendibili sul campo".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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