ESCLUSIVA - Giaccherini: "L'Inter non può sbagliare con la Juventus. Vidal è imprescindibile"
Non bastasse la tradizionale rivalità fra i due club, alimentata dal recente passaggio di consegne sul trono dei Campioni d'Italia, Inter e Juventus si affronteranno domenica sera con una convinzione in più: dopo sole otto partite, questo match può significare già molto in termini di obiettivi stagionali, sia moralmente che per la classifica. I bianconeri infatti devono proseguire la propria rincorsa al gruppo di squadre in vetta. Per i nerazzurri, d'altra parte, già scarseggiano le possibilità di sbagliare, visto che il ritardo verso la vetta si sta facendo consistente (7 punti).
La redazione de L'Interista, per parlare della sfida di San Siro, ha contattato in esclusiva Emanuele Giaccherini, ex centrocampista, fra le altre, della Vecchia Signora al tempo dell'approdo di Antonio Conte in panchina, con il quale ha condiviso la vittoria di due scudetti ed una Supercoppa italiana.
Emanuele, ti manca il calcio giocato?
"No, non mi manca sono sincero. Ho chiuso in maniera serena, mi sto dedicando alla famiglia e mi diverto con Dazn. Ho iniziato già il corso d'allenatore, insomma: mi sto dando subito da fare rimanendo nel mondo del calcio".
Cosa hanno detto queste prime 8 giornate?
"Napoli, Milan ed Inter hanno qualcosa in più. Ora c'è anche il ritorno della Juventus, che non va mai snobbata. Il campionato è interessante quest'anno, ci sono 4-5 squadre che possono davvero rimanere in corsa e sono da mettere tutte dentro".
Domenica c'é Inter-Juventus: che importanza ha, considerando i passi falsi di entrambe?
"L'Inter deve subito ripartire, dopo la sconfitta dell'Olimpico. La vittoria in Champions League le può aver dato un pochino di serenità in più: in caso di mancata vittoria con lo Sheriff poteva mettersi veramente male. La squadra di Inzaghi è forte, nonostante le partenze. Dzeko sta rimpiazzando benissimo Lukaku. L'Inter dovrà cercare di comandare la partita, d'altro canto la Juventus, per tenere accesa la speranza scudetto dovrà puntare ai 3 punti. Una partita molto aperta, combattuta, insomma".
Il modo di giocare di Conte lo conosci bene. Che differenze noti fra l'anno scorso e quest'anno, con Inzaghi?
"Una cosa che balza all'occhio sono i gol subiti: l'anno scorso i nerazzurri subivano anche molte meno occasioni. Su questo credo che Inzaghi debba lavorare. Compattezza, organizzazione difensiva. In termini di proposta invece, gli attaccanti lo scorso anno giocavano più fra di loro, ora invece noto che sfruttano le fasce, le mezzali, cercano gli uomini tra le linee, un po' com'era nella Lazio di Simone, con Luis Alberto e Milinkovic Savic. Calhanoglu ora è infortunato, ma secondo me è un giocatore fondamentale".
Le occasioni subite le vedi come un qualcosa da aggiustare, oppure sono un rischio calcolato nell'idea di Inzaghi?
"Portando tanti giocatori nella metà campo avversaria, come vuole fare l'Inter di Inzaghi, che cerca di dominare il gioco, è normale rischiare qualcosa in più e subire più gol. Però magari ne fai anche tanti in più".
L'anno dopo la partenza di Conte com'è, per i calciatori?
"Sicuramente il metodo-Conte ti risucchia. Un giocatore con lui dà tutto, impara tantissimo, cresce: lui pretende il 100% in qualsiasi partita, non sottovaluta nessuno. Un minimo di ripercussione questa cosa lo può avere. La vittoria dello Scudetto credo però che possa aver lasciato molto ai giocatori in termini di convinzione e personalità. Inzaghi ha fra le mani una squadra pronta per vincere di nuovo, ma certi passi falsi non te li puoi più permettere. Ci sta di perdere contro la Lazio, ora serve una vittoria. Se non vince contro la Juve, rischia di aumentare troppo il gap".
Vidal ancora protagonista. Com'è avere uno come lui nello spogliatoio?
"Arturo è rientrato alla grande dall'infortunio, ma io già dalle primissime partite avevo notato che aveva fatto la differenza. Lo conosco bene, può dare tantissimo all'Inter. Se è il Vidal che conosco io sicuramente giocherà tanto in questa squadra, perché è un giocatore imprescindibile. L'anno scorso ha avuto qualche difficoltà in più. Quest'anno però mi sembra al centro di tutto, carico e motivato".
L'Italia quest'anno è riuscita dove voi eravate andati vicini, prima con Prandelli e poi con Conte.
"Sono stati fantastici, hanno stupito tutti. E' vero che Mancini ci ha sempre creduto, dando una mentalità nuova alla squadra. Tanti giocatori sono cresciuti, Chiesa, Barella su tutti. Per noi italiani è un orgoglio essere stati sul tetto d'Europa. Nel 2016 non ci siamo riusciti anche per un pizzico di sfortuna: la lotteria dei rigori ha premiato la squadra di Mancini, mentre a noi ci ha mandato fuori. Il calcio è così, l'importante è che l'Italia abbia vinto"
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