ESCLUSIVA - Ernesto Paolillo: "Superlega situazione di pura follia. Il calcio è fatto di campanilismi"
"Siamo in una situazione di pura follia". A dirlo è l'ex direttore generale dell'Inter, Ernesto Paolillo, che parla dell'avvento della nuova Superlega. "C'è la volontà di vincere, di competere, questo porta a spendere tanto. Si sono adeguati tutti, nel mondo del calcio, al problema Covid. Tranne gli agenti dei calciatori. Manca un nuovo equilibrio".
L'Inter non è esente da questo.
"Le perdite andrebbero nettizzate dal Covid, perché questo ha comportato un problema, eccome. Più lo stadio è grande, più ci sono abbonati, più la pandemia ha penalizzato. Se il Crotone è stato penalizzato per X, all'Inter c'è un moltiplicatore N. Questi bilanci andrebbero analizzati, è indubbio che per competere a questi livelli e attrarre campione ci sono spese folli. La tristezza è questa, in un momento come questo non c'è un calciatore che ha firmato per la stessa cifra.
Un esempio?
"Il caso Donnarumma. Oppure tutti gli altri che devono rinnovare, nessuno vuole rimanere allo stesso stipendio. Eppure in un momento del genere un ripensamento ci dovrebbe essere. Non accade perché un calciatore sa bene che c'è qualcuno che è pronto a dargli uno stipendio maggiore"
È la legge del mercato.
"Indubbiamente, però per seguirlo si paga di più e non si sa se si vince. Il totale del monte salari peggiora in maniera notevole, ci vuole un limite al proprio bilancio”.
Lei è stato nel gruppo degli ideatori del Fair Play Finanziario, non avevate pensato al salary cap?
"Non si può mettere. Quando abbiamo scritto le regole, la prima cosa che abbiamo pensato è stata questa. Ma è vietato dalla Comunità Europea, infange il diritto alla libera circolazione dei lavoratori. Non si può mettere in Europa. È inutile pensarci, o ci si autoregola oppure di fronte a certe perdite non si compete. Se si vogliono fare follie ci si inventa la Superlega per il fatturato. Ma non si risolve. Per vincere si farà un'altra rincorsa".
Perché non c'è un freno?
"Il problema vero è che alla fine non c'è mai un fallimento. Non c'è la paura di perdere tutto. Perché qualcuno che spende, che investe, c'è sempre. Le banche non danno più credito, ma prestano in base alla capacità di rimborso. C'è qualcuno che appiana".
Come vede l'Inter?
"Onestamente bene, non solo dal lato tifoso, per cui mi auguro che vinca. Ma anche guardando le forze in campo. Merita questo Scudetto, a parte il pasticcio contro il Napoli del gol preso. Il gioco espresso aiuta".
Contento della Superlega?
"Assolutamente no. Il calcio è fatto di campanilismi".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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