ESCLUSIVA - Eriksen, palla al preparatore: “Lo stress non c’entra, l’etica dice che adesso deve fermarsi per sempre”

ESCLUSIVA - Eriksen, palla al preparatore: “Lo stress non c’entra, l’etica dice che adesso deve fermarsi per sempre”TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 17 giugno 2021, 19:42Esclusive
di Arturo Calcagni

Dietro al malore di Christian c’è altro? In tanti ipotizzano un eccesso di impegni sportivi (da un anno ormai si gioca di continuo), altri un eccesso di stress. Per avere una risposta certa abbiamo contattato un esperto, ossia Fabio D’Annunzio, per 16 anni atleta professionista, ed adesso allenatore e preparatore atletico di atletica leggera e di triathlon. Nel corso della sua carriera ha anche curato la preparazione fisica di calciatori.

“Non credo che in questa situazione conti l’eccesso di stress oppure i diversi impegni sportivi: bisogna ricordare che abbiamo davanti dei veri e propri professionisti - le parole di D’Annunzio -. A questi livelli si monitora tutto, dalla pressione sanguigna (tutti i giorni), fino allo stress. E se qualcosa non va emerge dai dati. Pensare che il problema di Eriksen dipenda da questi fattori vuol dire sminuire il lavoro quotidiano di fior di professionisti ai quali i club affidano la salute di veri e propri patrimoni, anche economici”.

“Quanto accaduto dipende molto probabilmente da fattori genetici, non c’entra con l’allenamento: in altri sport lo stress organico al quale sono sottoposti gli atleti è superiori rispetto ai calciatori: basta pensare al ciclismo. Lì il fisico viene stressato ancora di più. Tutto ciò mi fa pensare che la parte atletica non ha nulla a che fare con il malore capitato al danese - ha proseguito D’Annunzio -. Se me la sentirei di allenare Eriksen dopo l’intervento e l’impiantamento del defibrillatore? Devo essere sincero, e ti rispondo di no. Farei fatica, anche perché oggettivamente non sarebbe uno come gli altri. Penso che un calciatore di quel livello debba avere l’accortezza di fermarsi: l’atleta deve avere rispetto di sé stesso. Con grande convinzione ti dico che con un problema di quel tipo non sarebbe etico praticare agonismo”.