ESCLUSIVA - De Santis (Ag. Fifa): "Inter, il tempo è finito. Inzaghi dovrà fare scelte impopolari"
Se non è un’ultima chiamata, poco ci manca: al rientro dalla sosta per le nazionali, l’Inter è attesa da una sfida, quella alla Juventus, che non ammette altro risultato dalla vittoria. In questa situazione i nerazzurri ci sono infatti finiti per aver perso terreno in sfide nelle quali potevano e dovevano raccogliere certamente di più.
In attesa dei verdetti del campo, tengono banco le questioni di mercato e legate ai rinnovi dei giocatori in scadenza: ieri è arrivata la nota lieta della firma di Marcelo Brozovic fino al 2026, la suggestione in tema trasferimenti rimane invece quella di Paulo Dybala, dopo l’annuncio del mancato accordo con gli acerrimi rivali bianconeri.
Di queste tematiche abbiamo parlato con l’agente Fifa Lorenzo De Santis, di rientro negli scorsi giorni da un lungo periodo di lavoro proprio in Argentina, paese che ha dato i natali alla Joya ed a tanti altri talenti pronti a sbarcare in Europa.
Lorenzo, l'Inter è finita fuori dalla lotta scudetto?
"Nell'ultimo mese, mese e mezzo l'Inter ha perso quanto di buono fatto prima. Nei mesi di novembre dicembre e gennaio aveva fatto un cammino quasi perfetto, quando poi il calendario è sembrato essere più agevole, paradossalmente ha perso tanti punti per strada. Più che i punti poi, è sembrata perdere certezze".
Cosa è successo?
"Un meccanismo che sembrava consolidato, oliato, rodato ha cominciato ad incepparsi. Questo da un lato ha tolto fiducia ai giocatori dell'Inter, dall'altro ne ha data alle avversarie. Considerando gli attuali 6 punti di svantaggio sul Milan ed ed anche lo scontro diretto a sfavore con i rossoneri, l'Inter va a Torino sapendo di poter soltanto vincere. Da qui in poi il margine d'errore per i nerazzurri si è azzerato E dovranno fare un percorso netto per coltivare i sogni scudetto".
Da Inzaghi cosa ti aspetti in questo momento di flessione?
"Al di là delle difficoltà iniziali fisiologiche Inzaghi era stato molto bravo a sopperire alle cessioni importanti che c'erano state in estate, pur con un mercato intelligente portato avanti da Marotta e Ausilio. Negli ultimi tempi però l'Inter ci ha fatto vedere delle incertezze cui non eravamo abituati anche in fase difensiva. Inzaghi in questa fase dovrà essere Quindi bravo ad entrare nella testa dei giocatori, soprattutto. A costo di fare anche scelte di formazione impopolari o schieramenti tattici differenti. Perché ora ci si gioca tutto".
Intanto in casa nerazzurra si parla di Dybala. Al di là delle suggestioni, quanto lo vedi fattibile come affare, considerando aspetti economici e di spogliatoio?
"Dybala per qualità, prospettiva e convenienza economica, per il fatto che arriverebbe a parametro zero, sarebbe una grande occasione per chiunque. L'Inter dovrà fare delle valutazioni. Ripartire da Dzeko? Come sfruttare al massimo Correa? Quante sirene ci saranno dall'estero per Lautaro? Dybala è più di una suggestione per l'Inter ma queste cose vanno capite. E aggiungo: Inzaghi deve capire come collocarlo, anche cambiando assetto".
Di certo non potrebbe fare la riserva di Lautaro (o l'inverso).
"Esatto. L'Inter potrebbe essere una pista forte, ma una volta finito il campionato ci saranno da fare delle scelte internamente".
Dall'Inter ti aspetti un grande colpo nel ruolo del "9"?
"Sono tra quelli che crede che, con tutto il rispetto, Lukaku e Dzeko sono di due categorie differenti. All'inizio si pensava che Edin, da solo, potesse non farne sentire la mancanza. Ma "9" come Lukaku oggi non ce ne sono tanti, l'Inter sta scoprendo il suo valore ora che non ce l'ha. Faceva gol, assist, salire la squadra. Se ci fosse la possibilità di riportarlo a Milano, lo farei subito. Qualora non fosse possibile, Scamacca sarebbe una soluzione importante. È forte, giovane, sta crescendo in maniera esponenziale mostrando numeri importanti. Una candidatura forte la sua. E sui giovani italiani l'Inter ha dimostrato di essere in prima linea. Così come per Frattesi, uno che potrebbe fare con due anni di differenza il percorso fatto da Barella".
Il calcio italiano ha "perso" l'occasione Julian Alvarez, quando era più accessibile. Fra i tanti giocatori che hai osservato c'è qualcuno per cui converrebbe muoversi oggi, per anticipare i tempi?
"Di giovani forti L'Argentina ne ha tanti. Va detto però che un giovane forte come Julian Alvarez io non lo vedevo da 4 o 5 anni. Un giovane forte che ha iniziato ad affacciarsi ora , sempre nel ruolo di numero 9 anche se con caratteristiche differenti è Castro del Velez. Ha già debuttato in prima squadra è segnato punto ha una struttura fisica importante. Di lui si parla già molto in Argentina. Ma ce ne sono tanti in rampa di lancio"
Per esempio?
"Penso a José Manuel Lopez del Lanus. Attaccante forte, mancino, di struttura, bravo a venire incontro. Un giocatore europeo. Ed il Lanus è un club 'venditore', ma li vende bene. Come testimonia l'operazione Valenti con il Parma. Nonostante le difficoltà di classifica del suo club anche in questa stagione sta rendendo bene. Un terzo nome che faccio è quello di Enzo Fernandez del River: Gallardo, che di giovani ne ha scoperti e lanciati tanti, a lui non rinuncia mai, neppure nel Superclasico. È un centrocampista bravo in interdizione, a costruire, con un buon tiro da fuori. Le occasioni ci sono, vanno anticipati i tempi. A volte bastano 6 mesi per far schizzare il prezzo. Per evitare casi come quello di Soulè, ora va di moda mettere subito sotto contratto con annessa clausola di 10-15 milioni i giovani che esordiscono in prima squadra".
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