ESCLUSIVA - Cucchi: "Juve imprevedibile. Inzaghi? Mentalità simile a Klopp"

ESCLUSIVA - Cucchi: "Juve imprevedibile. Inzaghi? Mentalità simile a Klopp"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 11 gennaio 2022, 19:03Esclusive
di Daniele Najjar

Mancano poco più di 24 ore al fischio d'inizio della Supercoppa Italiana che dopo più di dieci anni vede l'Inter fra le due finaliste. La squadra di Inzaghi arriva allo scontro con gli eterni rivali della Juventus rinfrancata dal bel successo maturato in casa contro la Lazio, domenica sera, che ha messo in mostra la capacità di Lautaro e compagni di mantenere la calma e la fiducia, in attesa del gol.

La redazione de L'Interista ha contattato in esclusiva Riccardo Cucchi, storica voce della trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto" (di Radio 1 Rai), trasmissione che proprio ieri ha compiuto 62 anni dalla sua prima messa in onda. Con lui abbiamo parlato della situazione in casa nerazzurra e della sfida vinta contro la squadra per la quale, dopo aver lasciato il suo lavoro, ha ammesso di provare simpatia, la Lazio appunto. 

Riccardo, che vittoria è stata per l'Inter contro la Lazio?

"Una partita che ha messo di nuovo in evidenza la forza di questa squadra, non soltanto la sua determinazione ma anche la forza tecnica e mentale. Non era una partita facile, ma l'Inter l'ha vinta mettendo sul campo una superiorità tecnica e tattica evidente".

Non ha l'impressione che, anche una volta subìto il pareggio, l'Inter sappia che prima o poi il gol arriverà?

"Sì, è questo. La caratteristica principale delle squadre forti, delle squadre destinate a vincere è proprio questa. La sensazione che la squadra trasmette a chi vede del fatto che prima o poi il gol arrivi. Una sensazione che vivono anche i calciatori in campo. Significa sicurezza dei propri mezzi e consapevolezza della qualità che sono in grado di esprimere. L'Inter in questo momento è indiscutibilmente la squadra migliore".

Si aspettava questo impatto di Inzaghi all'Inter?

"Io sì, ne ero convinto e consapevole. Parto da un presupposto che conoscerete: avendo simpatia per la Lazio ed avendolo avuto per 5 anni a Roma, ed avendolo anche conosciuto personalmente, già quando lavoravo, so perfettamente che persona sia Simone. Ho verificato con mano la sua crescita in questi anni a Roma. Sono convinto che sia tra i migliori giovani allenatori italiani. Forse il migliore. Quello con idee calcistiche più vicine all'evoluzione del calcio che stiamo vivendo in Europa, soprattutto in Inghilterra. Con le dovute differenze è secondo me il più vicino a Klopp com mentalità, che rappresenta in modo chiaro l'evoluzione del calcio".

Dei biancocelesti si è detto che, questa volta, non hanno peccato in equilibrio difensivo, pur perdendo contro una grande squadra. E' d'accordo?

"Assolutamente. La Lazio ha fatto quello che poteva. La consapevolezza della forza dell'Inter l'avevano anche i giocatori di Sarri. Nella sconfitta complessivamente i biancocelesti non mi sono dispiaciuti. Non hanno prodotto quando volevano in avanti, ma nel complesso, pur cedendo il possesso palla, hanno cercato di dare velocità alle azioni, mettendo in pratica i principi del tecnico. Non è ancora l'impronta che Sarri vorrebbe, ma sia con i nerazzurro che con l'Empoli, malgrado i risultati negativi, hanno mostrato, sul piano della prestazione, di iniziare a comprendere quale sia la strada da seguire".

Che sfida si aspetta in Supercoppa contro la Juventus?

"Imprevedibile, come lo sono spesso le prestazioni dei bianconeri. La gara contro la Roma lo dimostra. Una squadra in difficoltà, non è quella che ha vinto 9 scudetti consecutivi. Allegri sta tentando di rimetterla in piedi, non è facile, lui forse non se lo immaginava così difficile. Ma è un gruppo con dei valori. L'assenza di Chiesa, che stava crescendo di gara in gara sarà determinante. Dybala è il punto di riferimento tecnico. Ci sono problemi di centrocampo, ma l'Inter sa di non dover sottovalutare l'avversario. Sarà dunque imprevedibile e forse divertente".

Ieri è stato il 62esimo compleanno di "Tutto il calcio minuto per minuto"...

"Ha accompagnato davvero la vita degli italiani in questi 62 anni. Più generazioni di italiani: almeno 3. Molti si sono interessati a questo sport grazie a questa straordinaria trasmissione inventata nel 1960 da Guglielmo Moretti e Sergio Zavoli. Oggi il calcio è cambiato, le partite non sono più tutte in contemporanea la domenica, ma il fascino di quelle voci che ti portano su un campo, che ti trasmettono quello che i tuoi occhi non possono vedere, attraverso le parole, lasciano il fascino della radio invariato. Malgrado l'avvento prepotente, come giusto che sia, della televisione rimane un punto di riferimento per chi non può o non vuole vedere e rappresenta per molti il modo di vivere il calcio con la passione".