Viva il calcio della gente (per non parlare della Superlega)

Viva il calcio della gente (per non parlare della Superlega)TUTTOmercatoWEB.com
domenica 8 agosto 2021, 19:30Editoriale
di Gabriele Borzillo

Dunque l’ex centravanti dell’Inter non sarà a Parma per giocare l’amichevole, interessantissima senza la quale non potremmo vivere, contro i ducali, ha l’aereo per Londra il giovanotto. ‘Azz, vuoi mettere, chi se la perde Parma-Inter in una assolata domenica d’agosto alle 19? Chi a parte l’ex centravanti? Comunque è importante per Simone Inzaghi capire a quale punto sia la sua Inter, quella ereditata dall’ex allenatore. No, alt, non diciamo o raccontiamo inesattezze: quella dello scorso campionato era differente. Oggi abbiamo una squadra sperimentale, senza la batteria degli attaccanti al completo fatta eccezione per il Toro, il maggior indiziato a una partenza e che, probabilmente, resterà senza sorriso, perché ci manca solo la sua cessione da parte della proprietà per chiudere un’estate sofferta, dopo la stagione straordinaria condita dal fantastico “questo è l’inizio del viaggio” scritto da Zhang, quello grande, di suo proprio vero pugno il giorno dopo la conquista del numero diciannove.

Nulla trapela da Nanchino, non è novità. Dall’America, tutti raccontavano della presunta clausola per la quale Suning non avrebbe potuto disfarsi di giocatori importanti senza passare le forche caudine di Oaktree me compreso, men che meno. Così navighiamo a vista, in mari tempestosi, senza bussola, col cielo coperto, privo di stelle da poter seguire. Oggi l’Inter c’è, poi vedremo. E, dopo l’addio dell’ex centravanti si rincorrono voci per cui domani partirà quello, dopodomani l’altro, entro fine settimana venderemo anche i palloni e le reti che li contengono. È complicato cercare di vedere la luce quando vivi nell’ombra, quando hai un presidente assente forse giustificato in parte, visti i recenti boom finanziari di Suning. Senza comunque mai scordarsi, ora è facile farlo, quanto questa proprietà ha investito e dove ci ha portati. L’altra faccia della medaglia è sapere quando ritirarsi con onori e peana: non è questo il caso.

A me non dà fastidio la cessione di tizio o caio, se ben remunerata (115 mi sembrano pochini se penso ad altro): mi fastidiano di più gli schiacceremo tutti, i non cediamo i big, dimostrazioni di forza inutili. Ma la cultura Suning è figlia di un sistema dove decido io e deve andare bene per chiunque lavori per me, spazio al dialogo poco quando non è zero, a giudicare dagli eventi. Insomma, l’ex colosso di Nanchino è rimasto contro ogni previsione, accecato da un lato dal progetto stadio, a Milano la storiella si ripete puntuale dall’epoca Pellegrini, dall’altro dalla Superlega schiantata dall’approssimazione dei fondatori, comunicata come peggio non si poteva così da permettere all’UEFA di raccontare al mondo il fallimento di un calcio elitario che noi no, noi siamo differenti. Ecco, mi piacerebbe domandare al signor Ceferin o a chi per lui in cosa differirebbe il suo calcio dalla Superlega. Cioè, almeno lì c’erano una decina di squadre che potevano battersela: oggi, grazie al calcio della gente, ce ne sono tre, quattro con potere di spesa illimitata, tanto il fair play finanziario non c’è più e anche quando c’era mi vien da ridere, mentre gli altri stanno a guardare che Cronin spostati.

Insomma, a me sostanzialmente non piace essere preso in giro. Non mi piace mi si raccontino realtà figlie di fantasie illusorie. Soprattutto non mi piace quando qualcuno ti anticipa che dovrà raccontare la sua verità. Quale verità? Che poi è una sola verità o sono parecchi milioni, verità più verità meno? Interessante sapere.

Per intanto la navigazione prosegue: l’unica certezza è data da tre che il timone non lo vogliono mollare. Beppe Marotta, Piero Ausilio, Simone Inzaghi.

Loro sono la Società. Loro sono l’Inter.