Tutto in un mese. Cosa è successo

Tutto in un mese. Cosa è successoTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 18 maggio 2023, 19:02Editoriale
di Lapo De Carlo

Le cose senza senso apparente appasionano sempre.
Per come si era messa la stagione risulta impossibile determinare razionalmente un simile repentino cambio di rotta. È successo qualcosa che nella storia dell'Inter e forse di nessun'altra squadra era mai accaduto.

Una formazione capace di perdere 11 volte in campionato, al sesto posto in classifica, con una dirigenza riunita fino a tarda notte dopo Inter-Monza con un tipo di agitazione che rendeva l'idea di quanto nessuno sapesse bene cosa si dovesse fare per salvare il salvabile.

Il dibattito su Inzaghi era legittimo, quello sull’atteggiamento dei giocatori ancora di più e oggi, mentre ci si guarda allo specchio e ci dà un pizzicotto per capire se sia vero, qualche tifoso crede di aver capito come mai l’Inter perdesse, spiegandoci che tutto dipendeva solo dal fatto che i giocatori non la buttavano dentro.
Una spiegazione alla Boskov: “è gol se la palla entra in porta”. La sterilità della valutazione intende rimarcare che il gioco c’era sempre stato ma mancava la lucidità.
Una teoria legittima che tuttavia omette altri dettagli.

Tra il 10 marzo e il 15 aprile la stagione ha preso una deriva psicanalitica, la squadra costruiva in modo prevedibile, il gioco era articolato senza alcuna variazione e le voci di giocatori con la testa al rinnovo si sprecavano.
L’incredibile sconfitta con lo Spezia, la curva che chiama a rapporto la squadra, occhi bassi ma poche spiegazioni perché c’è il Porto. La squadra infatti nel ritorno gioca in modo più convincente, soffre ma tiene e concede pochissimo, tranne nel finale.
Nemmeno il tempo di godere della qualificazione ai quarti che la squadra cade nello sprofondo, perdendo in casa con la Juventus, pausa per la nazionale e rientro in campo. Con la Fiorentina l’Inter costruisce parecchie azioni ma ne subisce quasi altrettante e alla fine capitola con una sconfitta che non merita ma è rivelatrice del disagio.



A Torino l’andata della semifinale con la Juventus in cui, nonostante l’equilibrio in una partita bruttina, riesce ad andare sotto. Il pareggio per gentile concessione di Bremer potrebbe essere un’altra svolta e invece arriva un pari folle, sfortunato con la Salernitana. Il successo in coppa a Lisbona col Benfica torna a mostrare una super Inter ma poi arriva la bastonata con una partita orrenda col Monza e l’Inter da seconda in classifica, si ritrova sesta, con la Juventus temporaneamente terza. La dirigenza senza parole e l’incubo di finire fuori dalla prossima Champions, con conseguenze gravi per la competitività della prossima Inter. Quel 15 aprile si era apertamente parlato di esonero del tecnico, con la maggioranza dei tifosi apertamente ostili ma anche disorientati.

La sparizione di Skriniar, i rumors sulle difficoltà per il rinnovo di contratto di Bastoni, la necessità di vendere uno tra Onana e Brozovic o entrambi e un tambureggiamento che non permette di guardare con fiducia nemmeno per la gara di ritorno col Benfica risolta invece con straordinaria autorevolezza. Da Empoli l’Inter è diventata un treno in corsa, senza fermate. Otto vittorie consecutive in un solo mese, con un calendario esageratamente intenso e un livello di difficoltà davvero alto.
Come si fa a spiegare nel dettaglio cos’abbia segnato la svolta. Ci proveremo dopo il 10 maggio, data della finale a Istambul ma certo riguarda la forma fisica arrivata nel momento giusto, la testa che si è liberata, l’ennesimo patto nello spogliatoio che ha avuto effetto, Lukaku e Brozovic tornati sui loro standard, Dzeko di nuovo al top, Inzaghi ha fissato le gerarchie e il gioco tornato ad essere fluido. L’impressione è che lo sviluppo della manovra progettata dal tecnico preveda il coinvolgimento di tutti i giocatori negli spostamenti senza palla, un movimento continuo che, se eseguito da giocatori al top della condizione, non dà punti di riferimento agli avversari. Se invece lo stesso spartito è messo in pratica da una formazione al 70% della forma la manovra, per quanto messa in atto correttamente, diventa più lenta, prevedibile e inefficace.

Se è vero che Inzaghi il prossimo anno resterà all’Inter, come giusto che sia e come ha confermato Zhang, dovrà lavorare su questo. Marotta gli ha rimproverato la mancata iscrizione alla lotta scudetto e la prossima stagione dovrà lavorare su una maggiore rotazione dei giocatori.
Per quanto in estasi l’Inter ad oggi ha vinto solo la supercoppa, va ancora guadagnata l’iscrizione alla prossima Champions, la conquista della Coppa Italia e la finale Champions a cui nessuno intende partecipare come fosse una gita. Siamo l’Inter.

Amala