Sacchi, Thuram, Lukaku, 50mila fischietti, Thiago Motta e un’utopia chiamata “San Siro in solitaria”

Sacchi, Thuram, Lukaku, 50mila fischietti, Thiago Motta e un’utopia chiamata “San Siro in solitaria”TUTTOmercatoWEB.com
sabato 7 ottobre 2023, 14:10Editoriale
di Fabrizio Biasin

L’altro giorno mi hanno detto così: “Ma quindi per te Thuram è più forte di Lukaku?”.
Ho risposto così: “Secondo me Thruam rispetto a Lukaku è più funzionale al gioco di Simone Inzaghi”.
Mi hanno ri-risposto così: “Ma davvero quindi secondo te Thuram è più forte di Lukaku?”.
Ho ri-replicato così: “Non ho detto questo, checcazzo”.
E siamo andati a vanti due ore.
Il simpaticissimo aneddoto (insomma…) serve a introdurre il quesito:
il voltafaccia del colosso belga ha fatto bene o male all’Inter? Per qualcuno con Lukaku l’Inter non avrebbe alcun rivale in Serie A (ma non avrebbe neppure Pavard), per altri va bene così, ché il francese si sta dimostrando cazzutissimo attaccante e in presenza di quell’altro non avrebbe avuto tutto lo spazio necessario.
Il qui presente fa parte della seconda specie e, credetemi, non è una questione di malcelato astio nei confronti del traditor-Romelu. O meglio, un po’ sì, ma il dato di fatto è che il tandem Lautaro-Markus si incastra che è una bellezza e si incastra soprattutto nella testa di chi guida siffatto tandem, ovvero Inzaghi. 
Tra un paio di settimane arriverà “il giorno”, quello del ritorno dell’ex prediletto nello stadio in cui ha vinto uno scudetto. Ad accoglierlo ci saranno 70 mila spettatori e 50 mila fischietti acutissimi. Sarebbe assai banale dire “meglio ignorarlo” perché è impossibile ammutolire un popolo tradito. Quel che conta è riuscire a non trascendere, cosa che garantirebbe al protagonista della faccenda l’alibi per dire “ho fatto bene ad andar via, brutti e cattivi”. 
Per il resto è il caso di non fissarsi troppo sull’ “evento”, perché ci sono cose ben più importanti su cui concentrarsi, per esempio i tre punti odierni.

I nerazzurri arrivano da una partita giocata ad altissimo livello, 45 minuti contro il Benfica di totale bellezza, una propompenza fisica e tattica talmente esagerata da far ricredere persino lo “schizzinoso” (nei confronti di Inzaghi) Arrigo Sacchi.
Ecco, Arrigo, non ti abituare troppo: l’Inter non potrà giocare tutte le partite come il secondo tempo dell’altro giorno, altrimenti si trasformerebbe nel Brasile di Pelé, l’Inter prova semplicemente a mettere sul prato quell’idea di calcio fatto di verticalizzazioni e pressing estremo che molti ammirano e – opinione personale – rappresentano la massima espressione del moderno giuoco del pallone.
Ma bando alle ciance. Oggi a San Siro arriva il signor Thiago Motta, uno che da queste parti sempre prenderà applausi per quello che ha dato e fatto, altro che fischietti e pernacchie. Sapeva giocare, sa allenare, ecco perché è essenziale archiviare il capolavoro di Champions per concentrarsi sugli Orsolini e sui Ferguson. Regaliamoci una sosta (maledetta sosta…) da primi della classe. In fondo ce lo meritiamo. 
Ps. Al sindaco Sala piacerebbe che una tra Inter e Milan portassero avanti in solitaria l’idea della ristrutturazione del Meazza. Dice anche che il Comune potrebbe addirittura contribuire. È possibile che questa sia pura utopia, ma in mezzo a tante altre utopie, beh, lasciatemi dire che un San Siro “tutto nerazzurro” non sarebbe affatto male. Ma proprio per niente.