Retroscena e coincidenze delle 24 ore di Inzaghi nerazzurro

Retroscena e coincidenze delle 24 ore di Inzaghi nerazzurroTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 28 maggio 2021, 23:25Editoriale
di Gianluigi Longari

Cambiano gli inni, gli stemmi e gli allenatori, ma la vena di follia caratteristica dell’Inter rimane inalterata. Anche nella scelta potenzialmente più semplice e naturale, la strada che viene percorsa è quella più articolata, con l’immancabile ebbrezza di quel colpo di scena che scatena l’adrenalina di cui la passione nerazzurra non riesce a fare a meno.

La cronistoria di Simone Inzaghi come nuovo allenatore dell’Inter parte dalle 10.30 di mercoledì mattina: con una telefonata che parte dalle stanze del potere di viale della Liberazione con destinatario quello che sarebbe diventato il successore di Antonio Conte. Da un capo del telefono Alessandro Antonello, dall’altra Simone Inzaghi. La soffiata porta a pensare a qualcosa di più di un contatto esplorativo: l’identità ed il ruolo degli attori in questione presuppone un contatto ben più approfondito, magari legato alle dinamiche economiche di un possibile matrimonio da celebrarsi in condizioni che sappiamo essere finanziariamente tempestose.
Di lì in poi la sequenza degli eventi diventa travolgente, con l’assunto che recita “le coincidenze non esistono” che la fa da padrone assoluto. In sede arriva Tullio Tinti, apparentemente per discutere del rinnovo di Bastoni (nulla da discutere rispetto ad un accordo già reperito da mesi e solo da ratificare ndr) ma in realtà per decidere il destino della panchina nerazzurra. Da una parte l’agente fa da portavoce di Conte per accordarsi sulla rescissione consensuale del tecnico leccese, e dall’altra raccoglie la campana interista da far risuonare nelle orecchie del suo assistito di lunga data Simone Inzaghi. Rapporto duraturo, quello tra Tinti e Simone, nato ai tempi in cui la Lazio sognava con i gol del piacentino e proseguito naturalmente ora che di quella stessa squadra guida i sogni direttamente dalla panchina.
I prodromi di un accordo naturale, dicevamo: continuità tattica e costi abbattuti. Il candidato ideale.
Il primo colpo di scena arriva alla sera, con i sorrisi e la cena prolungata tra Inzaghi e Lotito che suggerisce la ratifica di un accordo triennale con buona pace delle volontà nerazzurre e dei ragionamenti delle ore antecedenti. “Non sarà Inter”, la voce mediatica riportata dal popolo, che scatena la reazione d’impulso nerazzurra. Dapprima approfondendo nella mattinata di giovedì i contatti con “il piano A dei piani B” ovvero Massimiliano Allegri, ricevendo come risposta l’intervento in scivolata di Agnelli che blinda il ritorno dell’allenatore che mai avrebbe voluto davvero esonerare. E poi con la presa di coscienza che sì, tutte quelle coincidenze del giorno prima, non potevano essere esistite per davvero.
Ed allora l’Inter rilancia, Tinti torna in sede e riporta ad Inzaghi il raddoppio dell’offerta di Lotito della sera prima. Saranno 5 milioni bonus compresi per le prossime due stagioni, i termini economici che legheranno Inzaghi all’Inter. Non senza riflessioni, anche dolorose, nell’eterno dibattito tra cuore e ragione, che nel caso di Inzaghi ha visto trionfare la seconda.
Per la passione ci sarà tempo, intanto Inzaghi è l’allenatore dell’Inter e per concludere, sì, anche Bastoni rinnoverà per davvero. Il tutto mentre Conte è “a un passo dal Real”. Voi ci credete alle coincidenze?