Questa Inter, intesa come squadra che va in campo, non ha rispetto della sua gente

Questa Inter, intesa come squadra che va in campo, non ha rispetto della sua genteTUTTOmercatoWEB.com
martedì 18 aprile 2023, 19:49Editoriale
di Gian Luca Rossi

Simone Inzaghi è ancora sulla panchina dell'Inter per quattro ragioni che vi illustro in ordine sparso. Il brillante percorso nelle Coppe; la presa di coscienza da parte della Società che i calciatori che vanno in campo abbiano più colpe di lui; il timore che il tecnico della Primavera Cristian Chivu non sia pronto non solo per allenare l’Inter ma neppure per traghettarla in una bufera di tale portata; la circostanza che Marotta per radicata abitudine non abbia mai mandato via un tecnico in corsa, se non quando glielo impose Zamparini a Venezia nel 1999-00.
L’ultima sconfitta in Campionato, quella orrenda con il Monza a San Siro, ha però scavato il solco più profondo, perché la Società fa sapere che i senatori dello spogliatoio non hanno scaricato Inzaghi e nega nel modo più assoluto di aver varato un ulteriore premio in denaro per la zona Champions, ad oggi più lontana, non solo per la Lazio che va a mille, ma anche per lo scatto della Roma, che ha lasciato sul posto le due milanesi.
Anche perché un premio-extra come mossa della disperazione sarebbe davvero la prova di una Società con le spalle al muro, ostaggio di calciatori che sembrano ormai autogestirsi scegliendo per conto loro le partite nella quali dare l’anima e quelle in cui vivacchiare. Se non altro il Club pare aver congelato tutti i rinnovi contrattuali, anche quelli già pronti, in attesa di vedere come andrà a finire.
Che pagherà Inzaghi non vi è dubbio da settimane, ma la rivoluzione, al di là di chi sarà il nuovo tecnico, minaccia davvero di essere più profonda, con Lukaku che tornerà al Chelsea per restarci, perché quello che ora fa più male è accorgersi che è venuto meno anche il rispetto del pubblico interista, soprattutto di quello che ormai da mesi rende San Siro sold-out.

Dopo la sconfitta con il Monza a San Siro che, aggiungendosi a quelle con Juventus e Fiorentina, ha perfino stabilito il record storico negativo di tre partite casalinghe perse senza segnare neppure un gol, cosa mai accaduta prima, c’è stato il rituale doppio confronto con il tecnico Inzaghi da parte di tutta la società: Zanetti, Marotta, Ausilio e Baccin. Il primo summit è avvenuto nella pancia di San Siro a tarda sera, il secondo ad Appiano Gentile, per arrivare alle solite conclusioni, guardando però, oltre alle colpe del tecnico, anche all’atteggiamento anarchico di una squadra che si impegna anima e corpo solo nella partite di cartello.
E’ bene che si sappia che da tempo la Società è imbestialita anche con la Squadra, come i tifosi più lucidi che, oltre alle responsabilità dello Staff tecnico, si sono accorti di tale mancanza di rispetto nei loro confronti da parte dei loro beniamini. 

Al di là del Benfica di domani sera, senza la zona Champions, è a rischio il futuro di tutti. Ed è giusto che sia così.

Fallire il quarto posto in classifica finale vorrebbe dire bruciare 60 milioni e per questo, anche se alla fine pagherà l’allenatore, sono colpevoli anche e soprattutto i calciatori, perché una rosa come l’Inter, che io da settimane valuto comunque sopravvalutata, non può perdere 11 partite su 30 in Campionato, più di un terzo, di cui 4 nelle ultime 5, tirando 111 volte in porta per raccattare la miseria di due soli gol.
E chi è fuori ha diversi modi per reagire a questa grave situazione.
La più banale è ripetere alla nausea InzaghiOut o magari ZhangOut, fidandosi di chi, senza alcuna fonte giornalistica, continua da oltre due anni a bofonchiare di imminente cambio di proprietà mentre non c’è proprio nulla di reale nei tanti nomi sparati a caso. Io invece ho scelto un altro tipo di reazione, al di là delle colpe conclamate dell’allenatore: pretendere rispetto da parte della squadra per la sua gente!