Più equilibrio e avvio sprint della Juve, ma il vero nemico dell'Inter è un altro
C’è un dato statistico da citare per mera curiosità, non certo per chissà quale valore intrinseco dopo appena 2 giornate. Nel confronto, ripeto puramente statistico, tra l’avvio di questa stagione e di quella scorsa spicca un dato. L’anno scorso dopo 180 minuti di gioco erano ben quattro le squadre in vetta a punteggio pieno: in rigoroso ordine alfabetico, Inter, Milan, Napoli e Verona, tutte e quattro a 6 punti. Quest’anno, considerando solo le 5 più forti, al momento a punteggio pieno c’è solo la Juventus, che ha due punti in più dell’anno scorso, mentre l’Atalanta conferma i 3 punti di un anno fa, l’Inter ne ha 2 in meno, il Napoli 3 e il Milan 5.
Che significano questi dati? Assolutamente nulla, per chi pensa di trarne una tendenza, perché il campione considerato è ancora insignificante, però, anche senza considerare già indicative le prime due giornate, si può profilare un campionato certamente più livellato degli ultimi due, senza una cavalcata solitaria simile a quelle di Napoli e Inter per qualunque squadra. Il guaio è che con il passare degli anni si riduce sempre più la pazienza dei tifosi in relazione alle attese: se ne sono già accorti al Milan, con Fonseca, già sotto processo, accostato da qualcuno addirittura a Marco Giampaolo nella prima parte della stagione 2019-20.
Paradossalmente Giampaolo una partita su due l’aveva vinta e quindi aveva già più punti di Fonseca, ma alla settima giornata, malgrado il successo a Marassi sul Genoa, venne esonerato e lasciò il Milan a Stefano Pioli dopo 3 vittorie e 4 sconfitte. Ovviamente è inevitabile che il calcio parlato faccia la sua parte, ma chiedere seriamente la testa di qualsiasi tecnico, Fonseca compreso, dopo appena due giornate è da ricovero immediato, anche senza prescrizione medica.
Da anni qualsiasi addetto ai lavori sa che prime tre giornate, fino alla prima sosta per le Nazionali, quest’anno in programma tra i 7 e 8 settembre, sono comunque la coda del precampionato, anche se sono tutte partite vere, con 3 punti in pali. Guai però ad esaltarsi o a deprimersi oltremodo così presto.
Certo la Juventus è partita con il piede giusto con Como e Verona, ma al di là dei 6 gol segnati e nessuno subito e dei vari acquisti ancora da inserire, ricordo che nella scorsa stagione la Juventus di Allegri a febbraio era davanti ma poi è crollata fino ad un distacco di 23 punti dai nerazzurri. Quindi, calma e gesso, soprattutto pensando all’Inter, che resta comunque la favorita ed è giusto considerarla tale, ma chi vi scrive non crede che ripeterà i 94 punti dell’anno scorso, anche perché per vincere lo Scudetto in passato ne sono bastati 82 e in più di un’edizione.
Ci sarà molto più equilibrio rispetto alle due ultime stagioni e, senza nulla togliere all’ottimo avvio della Juventus, continuo a credere che il vero nemico dell’Inter sia l’Inter stessa, nel senso che lo Scudetto della Doppia Stella stravinto appena pochi mesi fa potrebbe far pensare a qualcuno dei nostri che anche andando al 70% comunque i risultati li porti a casa.
Questo è il vero pericolo. Si è sempre detto che se vincere è difficile, rivincere lo è ancora di più, proprio per quel senso invisibile e, a volte pure inconsapevole, di appagamento. Figuratevi dopo 7 Trofei in 3 anni solari. Simone Inzaghi quest’anno, più che su tecnica e tattica, dove ha già ampiamente dimostrato di essere bravissimo, dovrà lavorare da psicologo, proprio sulla testa dei suoi. Si fa presto a dire “quel che abbiamo fatto fino ad oggi non conta e dobbiamo azzerarlo” come si dice puntualmente in goni intervista ai media: in realtà conta moltissimo! E l’unico segreto per continuare a vincere non è poi così segreto: avere la fame di successo del primo giorno.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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