Perisic, l’attacco del futuro e il primo bilancio
A pochi giorni dalla fine del Campionato, con una partita ancora da giocare, davanti ad uno stadio che sarà comunque tutto esaurito, tra le voci di arrivi e partenze più o meno clamorose, è possibile parlare di Inter, tra valutazioni e scenari ipotetici, perché a maggio nulla è mai davvero certo se si parla di futuro.
Il bilancio definitivo lo faremo la prossima settimana, a Campionato concluso, anche perché nell’improbabile eventualità che il Sassuolo giochi seriamente, il Milan resta comunque più forte e nelle ultime partite non ha mai avuto il “braccino” evocato.
L’avversario dei rossoneri è una squadra con tanti giocatori di talento che è però in 11esima posizione, insieme al Torino e dietro al Verona e non si capisce come potrebbe battere l’attuale capolista, che oltretutto giocherà davanti ad un pubblico interamente rossonero, senza nemmeno l’assillo della vittoria.
Parleremo in seguito della valutazione di Inzaghi, del bilancio di questa stagione e il relativo saldo, considerando attenuanti, meriti e responsabilità. Oggi però possiamo farci queste prime domande:
Che valutazione meritano gli acquisti fatti la scorsa estate?
Il rendimento di Dzeko è stato convincente per una buona parte di stagione, è andato in doppia cifra ed è stato il vero riferimento dell’attacco fino a novembre. Poi la stagione ha preso una piega diversa e il bosniaco è diventato più lento e arrugginito. L’età si è fatta sentire e la necessità di restare troppo spesso in campo, quando Correa era infortunato, gli ha impedito di rifiatare. Troppo sollecitato, ha mostrato le sue qualità a sprazzi, unico in avanti ad avere una stazza fisica superiore ai compagni di reparto ma insufficiente a gestire i palloni in arrivo. Per Inzaghi è stato fondamentale ma anche per assenza di alternative.
Correa è stata la vera delusione di questa stagione. Sempre infortunato, prima per un problema alla coscia, poi l’anca e infine il bicipite femorale. Ha fatto due doppiette ed è entrato sempre nei finali senza risultare mai decisivo. Un paio di ingressi in campo positivi e tutti gli altri troppo leziosi. Correa è un giocatore dal grande talento ma privo di quella consistenza che richiede il ruolo.
Costato tanto, troppo rispetto a quello che ha dato, se dovesse rimanere sarebbe lecito attendersi un rendimento nettamente superiore e sperare che il numero di infortuni si riduca drasticamente.
Dumfries ha iniziato male, suscitando parecchi mugugni ma il talento ha prevalso e il suo rendimento è divenuto fondamentale per il gioco di Inzaghi. Oggi lo cercano Bayern e Atletico.
Di Marco ha fatto il suo dovere e ha disputato il tipo di stagione che ci si attendeva da lui. Ha personalità ma Inzaghi lo schiera sempre come terzo di difesa invece che come quinto di centrocampo.
Calhanoglu ha preso il posto di Eriksen e in fondo, pur non avendo la classe del danese ha dato un grande contributo, anche se si è spento a tratti.
La prossima stagione quale sarà l’attacco dell’Inter?
E’ la grande domanda di questo periodo. La risposta è che dipende da variabili come la possibile offerta che potrebbe arrivare nel cuore dell’estate per Lautaro. La speranza è che resti.
L’anno scorso Lukaku giurava amore eterno e se ne è andato per poi pentirsene quasi subito, soprattutto per il cattivo rapporto con Tuchel. Si è parlato della sua volontà di tornare, riducendosi l’ingaggio ma è comunque proibitivo perché sarebbe necessario che il Chelsea lo presti per un anno e l’Inter gli faccia poi una proposta diversa la stagione successiva, sempre che i tifosi lo rivogliano. Più facile immaginare che l’argentino resti e caratterizzi una coppia intrigante con Dybala, in un reparto completato da Dzeko e Pinamonti, più una punta fisica e possibilmente integra, come non è capitato con Caicedo. L’addio a Sanchez è scontato
E’ giusto non accontentare le pretese di Perisic e lasciarlo andare alla Juventus?
L’Inter offre al croato un biennale a 4,5 milioni e la Juventus gliene da 6. Punto.
Si tratta di un’offerta che i bianconeri possono fare in una stagione in cui dopo la ricapitalizzazione hanno preso Vlahovic e vogliono uno ( o tutti e due) tra Di Maria e Perisic e lavorano per riavere Pogba. Il loro progetto è incentrato sul ritorno alla vittoria subito, con giocatori pronti. L’Inter ha un debito importante e la necessità di chiudere con un forte attivo, senza avere una proprietà (di cui poi dovremo parlare) che possa mettere soldi. Oggi 6 milioni sono tanti per un giocatore che ha fatto la sua miglior stagione quest’anno, mai così continuo e determinante ma con un’età importante: 33 anni, a febbraio 34. Si può sperare che ci si venga incontro ma anche le dichiarazioni dopo la finale di Coppa Italia, oltre a quelle in cui ieri è tornato a parlare solo per dirsi concentrato sull’ultima partita, invece che mettere a tacere la notizia data dalla Gazzetta che lo vuole come nuovo acquisto della Juve, non fanno sperare in un lieto fine. Marotta sembra fiducioso e tanto ci deve bastare.
Amala
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