Palacios chiude il mercato dell'Inter? Molto buono, ma non eccezionale. E viceversa
Molto buono, ma non eccezionale. Oppure: non eccezionale, ma molto buono. È la stessa cosa, ma anche no: dipende sempre da come si dicono le cose. Entrambe le definizioni valgono per il mercato dell’Inter, che nelle prossime ore potrebbe - condizionale più che d’obbligo - definire l’ultima operazione in entrata di questa estate. Partiamo dalla cronaca: la dirigenza nerazzurra proverà a chiudere l’arrivo di Tomas Palacios, ormai individuato come il profilo numero uno per sistemare la difesa e dare un vice a Bastoni dopo l’infortunio di Buchanan.
L’affare non è mai stato troppo semplice, tra intermediari e due club - Talleres e Independiente de Rivadavia - che hanno risolto le loro questioni interne, anzi no. Dipende dalla campana che si sente. Sul tavolo c’è anche una proposta dall’Arabia, più ricca dei 7 milioni di euro (quasi) tutto compreso che metterà sul piatto l’Inter, ma la volontà del giocatore classe 2003 pare essere l’ago della bilancia. E punta fermamente in direzione della Milano nerazzurra. Le condizioni per la fumata bianca, in sostanza, ci sono.
Fatto Palacios, ci sarà da dargli un minutaggio, e questo sarà un tema. Ma andiamo con ordine e torniamo dall’inizio: se questo innesto dovesse chiudere davvero l’estate, il mercato nerazzurro rimarrebbe ottimo ma con un sapore di incompleto, o viceversa. Sul giudizio “pesano” i due colpi Zielinski e Taremi, arrivati ben prima del via e quindi oggi quasi dimenticati. Invece pochi dubbi: la squadra a disposizione di Simone Inzaghi è più forte rispetto a quella della scorsa stagione. Non è partito nessun giocatore di prima fascia, sono migliorate le alternative, in più aggiungiamo che la dirigenza ha anche operato bene in uscita. Detto questo, ci si poteva rinforzare di più? Forse sì. E torniamo a Palacios.
Lo spazio che avrà il giovane - non giovanissimo, per carità - argentino sarà tutto da conquistare. Non è il giocatore più adatto a Inzaghi, come lo sarebbe stato Hermoso. Allo stesso tempo, non è un mistero che al tecnico farebbe comoda una quarta/quinta punta che abbia in animo di saltare l’uomo. Con discrete probabilità si ritroverà con Arnautovic e Correa, entrambi non portati al ruolo: l’austriaco con l’arrivo di Taremi ha davvero poco senso nelle dinamiche di reparto; l’argentino nella sua versione migliore un suo quid l’avrebbe pure. Ma è una versione che a Milano nessuno ha mai visto: il precampionato ha restituito la sensazione di un giocatore sfiduciato (e che lo sarà ancora di più con la quasi sicura esclusione dalla lista Champions) e difficile da recuperare. Risolvere l’intoppo e mettere in rosa un giocatore uno che salti l’uomo e dia strappi, oltre il solo e solito Thuram. Ecco cosa mancherebbe per raggiungere l’eccezionale: nel caso, resterebbe un mercato comunque molto buono.
Aggiungiamo, ma per puro dovere di cronaca perché lì la questione non sembra nemmeno nella potenziale agenda: anche a destra ci si potrebbe porre lo stesso problema.
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