Negare la bellezza dell'Inter è mentire sapendo di mentina

Negare la bellezza dell'Inter è mentire sapendo di mentinaTUTTOmercatoWEB.com
domenica 21 gennaio 2024, 22:47Editoriale
di Gabriele Borzillo

Ho una certa, sana, anzianitudine calcistica vissuta attraverso stagioni pallonare esaltanti, altre desolanti, vedendo i nostri colori conquistare il tetto del mondo o perdersi in figure barbine contro avversarie deprimenti. Ho testimoniato un po’ di tutto, in sostanza. Ma raramente – non scrivo mai perché il giudizio è soggettivo, non oggettivo in questo caso – sono restato davanti al televisore osservando attonito l’Inter fornire prestazioni trascinanti, insegnando calcio, divertendosi e divertendo i propri tifosi.

Molto merito, moltissimo, è di chi guida questi ragazzi: così come era giusto sottolineare la rigidità a tratti mal sopportata dalla maggioranza della tifoseria di un allenatore che stava compiendo un percorso irto di trappolone, soprattutto mediatiche, altrettanto è riconoscerne oggi pregi e virtù. Simone Inzaghi sale al ruolo di grande allenatore, non ci giro troppo intorno. Certo, non parlo di mostro sacro, quelli si contano sulle dita di una mano. Tecnico eccellente, capace di trascinare i propri uomini convincendoli a seguire le idee proposte. Qui sta la grandezza di Inzaghi: nell’aver convinto i suoi giocatori della bontà del calcio pensato e studiato da lui. E i giocatori hanno creduto al loro allenatore. I giocatori credono a quanto viene loro proposto. Non abbiamo ancora vinto nulla, mancano passi importanti per sancire l’eccellenza del gruppo e di Simone: però negare la bellezza dell’Inter è mentire sapendo di mentina. Improponibile.  

L’Inter gioca a calcio, nonostante qualche saggio esteta del pallone racconti di contropiede e ripartenza, inutile tornare sull’argomento, chi non vuol vedere continuerà a non vedere. L’Inter gioca a calcio in maniera, a tratti, estasiante: cambi di gioco, sovrapposizioni, velocità del pallone molto oltre la media, capacità di muoversi come un organismo unico che poche, pochissime avversarie sono in grado di emulare: non in Italia, parlo di ovunque sul globo terracqueo. Senza dimenticare l’aspetto fisico attuale della rosa: perché qui corrono tutti, indistintamente. Corrono senza stancarsi più del necessario proprio perché sanno come correre, dove stare, quando rallentare, velocizzare, gestire. Tutto ciò è fondamentale, studiato a tavolino, ripetuto ossessivamente in allenamento. Altro che contropiede e ripartenza.  

Poi, chiaro, per toccare determinati livelli di gioco devi possedere elementi tecnici che aiutino la tua idea di calcio: in questo senso l’Inter può schierare fior di calciatori, gente capace di dare del tu al pallone, campioni veri e non presunti. Senza fare l’elenco telefonico in ordine alfabetico, oltretutto lo trovo poco educato rispetto a chi tanta tanto campione non è tecnicamente ma corre, lotta e mette in campo il cuore: che poi equivale all’essere campioni.
Niente esaltazioni, piedi ben piantati al suolo: ci sono lavori da terminare, vanno terminati.

Alla prossima, avanti l’Effecì.