Mi stropiccio gli occhi, sorridendo inebetito

Mi stropiccio gli occhi, sorridendo inebetitoTUTTOmercatoWEB.com
domenica 18 febbraio 2024, 18:57Editoriale
di Gabriele Borzillo

Domando scusa a Cartesio, probabilmente l’uomo che ha aperto la mente per primo alla filosofia moderna ma guardando l’Inter, il parallelismo fa tremare i polsi anche a me, lo confesso, è venuto spontaneo chiedermi: sogno o son desto? A parte riferimenti culturali forse impropri ma allo stesso tempo chiarificatori, oggi la squadra di Simone nostro sta deliziando il popolo del cielo e della notte offrendo portate differenti ogni benedetto fine settimana: perché guardare l’Inter, attualmente, è una benedizione per il giuoco del calcio. Questo non significa un beneamato nulla nell’economia del come terminerà la stagione, intendiamoci: ho specificato e sottolineo, con rigurgito di maniavantismo che non mi appartiene però qualche rara volta si sente il bisogno di utilizzarlo, attualmente. Quel che sarà lo vedremo nel prosieguo del campionato, affermazione talmente ovvia da non aver bisogno di essere palesata a chicchessia, fatta eccezione per i soliti noti che al primo pareggio o prestazione balbettante si alzeranno additando tutto e tutti, anche loro fanno parte del fantastico circo pallonaro. Ma  restiamo nel presente, nel ciò che è, nell’attualità più sfrenata con ripasso veloce coinvolgendo Inter passate, visto che ho avuto il pregio, privilegio e qualche volta la disgrazia, ammetto con lacrimuccia a rigare il viso, di assistere a spettacoli di tutti i generi, numeri e casi nella mia ultra decennale permanenza sui gradoni del Meazza.

La domanda più frequente, da venerdì sera a oggi, è: ma ti ricordi di Inter così forti, dominanti, totali? Ecco, in tutta onestà non me ne vengono in mente. Mi ricordo squadre trainanti, altre capaci di chiudersi e ripartire velocemente sfruttando la rapidità degli attaccanti, altre ancora potenti: però il meccanismo messo a punto da Simone nostro mescola tutti gli ingredienti succitati. È capace di accelerazioni improvvise e letali, rallenta o diminuisce il ritmo della partita, si ritrae pronta a colpire come il più aggressivo dei serpenti, la vipera di Russel detto per inciso, comanda il gioco girando il pallone a velocità oltre la media e non si tira mai indietro. Oltretutto diventa perfino pericoloso stuzzicarla, l’Inter attuale: che poi va a finire come nel secondo tempo di Roma, quando e se l’Inter decide di cambiare passo non ci sono avversari in grado di opporsi alla valanga nerazzurra, calcisticamente travolgente, nel Bel Paese.

Non ascolto sirene tentatrici, oggi lusinghe e complimenti ma qualche mese fa giudizi tranchant e opinioni ben diverse. Però ci sta, fa parte del gioco. Quindi, come non do retta alle adulazioni attuali, non rinfaccio nemmeno ciò che è stato detto, non solo pensato. Del resto, per più di qualcuno, era difficile immaginare che la partenza del numero 90, del 37 i tifosi mi conoscono, di Dzeko, Onana, lo stesso Gosens o Brozovic venisse non soltanto somatizzata dal gruppo ma diventasse addirittura sprone per una cavalcata fino a oggi foriera di buoni auspici e presagi positivi.

L’Inter è bella da vedere, da seguire, da leggere: l’Inter di oggi non ha, per fortuna, nulla a che vedere col famoso mulino di colore bianco, e per nulla intendo nulla. È una macchina ben oliata, guidata di un ragazzo con idee di calcio innovative, passato attraverso tempeste e marosi complicati da navigare perfino per capitani molto più esperti: questo ragazzo, però, ha carattere, gentilezza, empatia coi suoi. E i suoi, ne sono certo, lo seguirebbero in capo al mondo.

Ci saranno momenti complicati, accadono nel corso di una stagione: per adesso, per intanto, mi godo lo spettacolo nerazzurro, chiedendo il bis.

Alla prossima, avanti l’Effecì.