La Supercoppa azzoppata
Mentre tutti si infervorano sul mercato invernale appena scattato, tra improbabili sogni e inevitabili realtà, vi dirò che la mia attenzione è stata invece catturata dal rifiuto della Lega Calcio alla richiesta di Inter e Juventus di rinviare la Supercoppa Italiana programmata il 12 gennaio.
Non era un capriccio, almeno per come la vedo io, ma una richiesta legittima, vista l’entità della variante Omicron, e spiego perché.
Nulla c’entra la novità del calendario asimmetrico più o meno impegnativo di Inter e Juve, visto che prima o poi tutti giocheranno con tutti. E pochissimo c’entrano, a mio giudizio, i numerosi casi di Covid, con cui ormai ogni squadra, suo malgrado, ha imparato da tempo a convivere. Cioè, amen se Dzeko nell’Inter e Chiellini nella Juve possano avere qualche minimo rischio di trovarsi ancora in quarantena. La ragione per cui Inter e Juve avevano chiesto il rinvio era soprattutto economica: questa Supercoppa doveva essere il primo vero evento calcistico col pubblico al 100% allo stadio e, soprattutto, con incasso record. Inter e Juventus, dopo che gli arabi, così interessati al nostro calcio, si erano addirittura dimenticati di esercitare l’opzione per giocarla a casa loro il 22 dicembre, avevano scelto la data del 12 gennaio e San Siro proprio per questa ragione, perché a gennaio tutti gli stadi avrebbero dovuto riaprire al 100% della capienza. Francamente mi ha sorpreso che la Lega non abbia colto la motivazione finanziaria dei due club per il rinvio della partita.
Per carità, qui tutto cambia ogni giorno e fare programmi anche sul medio periodo è rischioso, però resta la decisione di fondo che ancora una volta incoraggia più il pubblico dei telespettatori che quello degli spettatori da stadio.
Inter-Juventus con la cornice che merita, ossia il tutto esaurito, sarebbe stata bellissima per i due club che, dati alla mano, sono i migliori in Italia, con il passaggio dello Scudetto dai bianconeri ai nerazzurri, ma anche d’Europa, visto che, con buona pace di chi ricorda sempre il mesozoico, sono gli unici club italiani ad essere arrivati a finali europee nell’ultimo decennio: la Juve in Champions nel 2015 e nel 2017 e l’Inter in Europa League nel 2020.
Siamo tutti in difficoltà, a cominciare dal sottosegretario di Stato alla Salute nel Governo Draghi Andrea Costa che ha spiegato il disappunto per cui Il Governo, anziché salire al 100% di capienza negli stadi, è stato costretto a scendere dal 75% al 50%. Questa misura, ha spiegato Costa, è volta proprio ad evitare di chiudere ancora una volta gli Stadi in Italia, come ha appena fatto la Germania. Peccato che oggi nessuno possa avventurarsi in promesse che poi magari non potranno essere mantenute.
Tanto per fare un esempio, per Roma-Juventus del 9 gennaio, erano già stati venduti 42.000 biglietti, ma ora l’Olimpico ne potrà accogliere solo 30.000, con inevitabili disagi per chi pur avendo acquistato il biglietto dovrà restare a casa. Ed è per questo che più tempestivamente possibile tutti i Club hanno sospeso la vendita dei biglietti per tutte le partite del mese di gennaio, per poi riaprirla con criteri che si speravano dimenticati.
Insomma, per quel che mi riguarda la Supercoppa l’avrei rinviata solo per rispetto al pubblico degli stadi, anche se nessuno potrà garantire al 100% il ritorno alla piena capienza nei prossimi mesi. Comunque, in una normale dialettica democratica, la Lega Calcio ha deciso di confermare la data del 12 gennaio.
Inter e Juventus, obtorto collo, hanno dovuto accettare la decisione superiore. Peccato per i tifosi da stadio e ovviamente per l’incasso record, rimandato chissà a quando. Speriamo che almeno lo spettacolo in campo sia all’altezza delle attese.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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