La strategia dell'indifferenza: questo gruppo è cazzuto e non si fa fregare dai media

La strategia dell'indifferenza: questo gruppo è cazzuto e non si fa fregare dai mediaTUTTOmercatoWEB.com
sabato 27 gennaio 2024, 22:32Editoriale
di Fabrizio Biasin

Il Io non sono permaloso. Non sono permalosooo. Non sono permalosoooo! Hai capito? Non sono permaloso!

Questo per rispondere ad Allegri che, come ormai consuetudine, butta là la provocazione. Dice che la Juve è come Sinner e l’Inter è come Djokovic. E vabbé, anche sticazzi. Cioè, son solo battute e non fanno male, anche perché a guardar bene da quando il buon Max si è messo a sfornarle i nerazzurri hanno: 1) giocato una partita stratosferica contro il Monza, 2) replicato con una prestazione devastante in semi di Supercoppa con la Lazio e, infine, 3) hanno vinto il coppone contro il Napoli. Diciamo che se l’obiettivo è “destabilizzare”, al momento funziona ben poco.

Poi, certo, ora arriva la fase frizzantina, quella del match di domani senza 2/3 del centrocampo titolare contro una Fiorentina che sa far male. “Uomini forti destini forti” diceva uno parecchio bravo e, quindi, zero apprensione, ché c’è chi si è fatto prendere dal panico per un banalissimo asterisco e figuratevi cosa penserà oggi quando la Juve volerà (Empoli permettendo) a + 4 in classifica.

L’Inter è squadra matura, molto più di due anni fa, e questo non significa che vincerà tutte le partite, ma di sicuro è pronta ad affrontare eventuali momenti complicati. Non vi fidate? Guardate quel che combina il gruppo e non stiamo parlando “di campo” ma di “attenzioni”, quelle che i singoli giocatori raramente hanno, perché se la tirano moltissimo, ma questi invece no. 

A Riad sono venuti in soccorso della curva, si son messi a srotolare striscioni e a mettere in chiaro le cose con i gentili controllori locali. Poi, a finale conquistata, hanno festeggiato in mezzo alla gente perché, banalmente, hanno capito che “fare famiglia” è importante tanto quanto saper giocare a calcio.
Questo gruppo è cazzuto e non si fa fregare dai media, dalle frasette, da fisiologici turbamenti esterni (quando sei in cima, si sa, provano sempre a buttarti giù). E allora non vola una mosca fuori dallo spogliatoio e si risponde solo e soltanto sul campo. Oggi Inzaghi non parlerà, perché è inutile offrire assist a chi ti vuole rompere le balle, molto meglio lasciare che siano gli 11 prescelti a dare risposte.

La medesima intelligenza e attenzione viene chiesta ai tifosi, spesso preoccupati anche quando non ce n’è motivo. Per dire, la questione “rinnovo di Lautaro”. Cioè, davvero c’è chi pensa che una trattativa impostata nella massima serenità, a due anni e mezzo dalla scadenza del contratto, possa far presagire cataclismi? Suvvia. Il giocatore oggi ha obiettivi ben diversi, vuole vincere con quella fascia da capitano al braccio, lo dimostra ogni santa volta, in ogni cosa che fa. Il resto verrà in automatico, ma non è così importante in questa fase della stagione.

Tre cose velocissime.
1)    Taremi è un gran bel colpo, non tanto per il suo valore (ne ha eccome), ma perché è la dimostrazione che oggi gli ambitissimi “parametri zero” scelgono l’Inter anche perché dà idea di essere un club adatto per rendere migliore la propria carriera. 
2)    Idem Zielinski (sempre che non cambi idea, non si sa mai).
3)    Forza Asllani, tocca a te.