L'Inter di campionato è troppo brutta per essere vera. Così non va, ora la Champions è a rischio

L'Inter di campionato è troppo brutta per essere vera. Così non va, ora la Champions è a rischioTUTTOmercatoWEB.com
domenica 16 aprile 2023, 17:35Editoriale
di Gabriele Borzillo

Qualche tempo fa scrissi che esistevano due Inter: una quella di coppa, a tratti trascinante e brillante. L’altra, la brutta copia, quella di campionato, lenta, monotona, a tratti, lunghissimi tratti, fastidiosa nella sua pochezza. E, tomo tomo cacchio cacchio, la zona Champions, roba per la società Inter fondamentale nel prosieguo dell’avventura a livelli decorosi senza bisogno di privarsi del pezzo da novanta, reale o virtuale che sia, dava l’idea di allontanarsi poco alla volta, in un susseguirsi di prestazioni stucchevoli e noiose, corroborate da quella certa sfiga capace di perseguitarti anche quando, siamo onesti, di perdere non si meritava proprio: anzi, per dirla tutta già un pareggio sarebbe stato molto poco rispetto alla mole di occasioni create e non trasformate. Ecco, le occasioni. Perché la partita di ieri sera, al di là di una pochezza tecnico tattica rara, non veste gli stessi panni, che so, di Salerno o Spezia, sulla Fiorentina tralascerei per le occasioni sprecate dagli avversari, oltre alle nostre, assurde. No. Ieri sera l’Inter ha giocato male, ma male, ma così male da creare poco o nulla, al di là delle dichiarazioni di Simone Inzaghi, sempre più in difficoltà quando chiamato a spiegare spettacoli di questo livello. Il copione recitato è sempre lo stesso: tre cinque due, gli esterni che non vanno nell’uno contro uno mai, e per mai intendo mai, fantasia portami via, squadra che arriva ai trenta metri avversari, diciamo che la fanno arrivare, senza avere la benché minima idea di cosa combinare dopo. Ma, mentre in Europa le squadre raramente subiscono il gioco avversario, piuttosto cercano di imporre il proprio e qui l’Inter va a nozze, potendo ripartire negli spazi gentilmente offerti, nel torneo nostrano arranchiamo senza mai o quasi cavare un ragno dal buco.

A tutto ciò aggiungiamo la incomprensibile abulia che attanaglia le nostre punte tanto che le porte avversarie sono diventate una specie di tabù impossibile da sfatare o quasi. Su azione non si segna praticamente mai, aspettando l’episodio che possa far svoltare la situazione. Però se anche quando si svolta, leggasi nella fattispecie Salerno, poi si riesce a rovinare tutto beh, mi arrendo, portateli da un esorcista, altre strade non riesco a trovarne. Anche perché, domando scusa, non mi trovo d’accordo quando una parte della tifoseria è convinta che la rosa nerazzurra sia mediocre. Fosse veramente mediocre non avrebbe sfoderato delle prestazioni da grande squadra, parliamo di Barcellona, Lisbona, del derby di Supercoppa ma non solo. No, perdonatemi, la rosa è più che competitiva. Casomai, questo sì, è poco fantasiosa: manca quasi sempre l’ultimo passaggio, l’ultimo tocco, la giocata d’ingegno, la perla che non ti aspetti. Questo manca, manca per davvero. Abbiamo ormai capito che, da qui al termine del campionato, non so se avremo mai il piacere di poter ammirare la stessa voglia, garra, cattiveria agonistica, chiamatela come vi pare, che puntualmente mettiamo in campo quando si tratta di Champions e, perché no, perfino di coppa Italia. Ma, detto questo, non trovo corretto affrontare il campionato con una sufficienza che non capisco da cosa derivi. L’importanza di arrivare quarti la conosciamo tutti, la conoscono anche i calciatori: ai quali, evidentemente, interessa fino a un certo punto il piazzamento finale. La vetrina europea, al contrario, ha un peso specifico più che importante. 

Ora c’è il Benfica mercoledì. Partiamo da un vantaggio significativo. E, per assurdo, ho meno timori dei Benfica di turno che non dell’Empoli futuro avversario in campionato.

Alla prossima.