Inzaghi non è quello di due anni fa

Inzaghi non è quello di due anni faTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 7 settembre 2023, 22:46Editoriale
di Lapo De Carlo

Il prolungamento del contratto di Inzaghi è il capitolo che mancava in questo ottimo inizio di stagione.
Quando era arrivato all’Inter non ero felicissimo, lo ritenevo un allenatore che sviluppava un gioco interessante, adatto alla Lazio, con quella sola esperienza, per quanto con un Lotito che era un presidente particolarmente vivace. Giovane ma con esperienza di Champions League, due anni fa veniva catapultato in una dimensione più grande e incredibilmente complessa, come quella di un club che, immediatamente dopo il suo arrivo, aveva intrapreso una rivoluzione interna, non voluta e che aveva fatto temere il peggio.
Il giovane Inzaghi si è trovato con una squadra che aveva perso una parte della sua forza e viveva di ostacoli alla quale si è adattato. In quell’estate il primo addio di Lukaku, che aveva salutato tutti prendendoci in giro con quella lettera in cui si proclamava persino grande tifoso del Chelsea, Inzaghi aveva almeno confidato nell’arrivo di Thuram. Il francese si infortunò seriamente, a pochi giorni dalla fine del mercato e l’Inter prese Correa, con la speranza che Inzaghi attivasse le qualità dell’argentino.
Le cose non andranno come sperato ma Inzaghi si è trovato comunque a guidare una fuoriserie e ad essere a lungo considerato persino il favorito per lo scudetto.

Il finale di quella sua prima stagione ha fatto calare bruscamente la sua reputazione. Le colpe dello scudetto, proprio a favore del Milan, lo hanno messo in cima agli imputati, specie per le scelte fatte nel derby e la marcatura su Arnautovic in quel disgraziato Bologna-Inter.
L’anno successivo, durante l’estate, la campagna acquisti ha vissuto altri problemi ma la squadra disegnata da Marotta e Ausilio è rimasta competitiva. La pessima partenza e la sconfitta col Bayern avevano messo in difficoltà il tecnico, anche se non si capiva di cosa si trattasse. Tutte quelle sconfitte, con una squadra arrendevole e senza energie era sospetta. La svolta col Barcellona e il netto progresso prima della sosta per le nazionali lo avevano rimesso in pista.

In seguito però, la sua comunicazione era apparsa deficitaria, il suo atteggiamento pareva non all’altezza dell’incarico e la squadra sembrava sfuggirgli di mano, con più di un vertice societario per decidere della sua sorte. Il finale della scorsa stagione ha però ribaltato tutto.
Si parla di sensazione naturalmente ma quello che veniva chiamato “Inzaghino” oggi è un allenatore che in questi due anni ha maturato molta più esperienza, conosce la macchina e sembra più padrone.
I giocatori lo rispettano e questo è l’elemento più evidente in un gruppo che nelle ultime stagioni ha vissuto turbolenze che avrebbero messo in difficoltà chiunque.



Personalmente non mi aspettavo una crescita così evidente dell’allenatore il quale quest’anno deve ancora dimostrare se può vincere lo scudetto ma c’è da sentirsi più tranquilli oggi di quanto lo potessimo essere due anni fa, con un tecnico che non aveva fatto tutto il percorso necessario. Un allenatore che resta all’Inter più fi un biennio è sempre una buona notizia, specie in un club come l’Inter.

Amala