Inzaghi, la sosta, Zhang, la cessione e una parola d’ordine: Inter, niente panico

Inzaghi, la sosta, Zhang, la cessione e una parola d’ordine: Inter, niente panico TUTTOmercatoWEB.com
sabato 24 settembre 2022, 15:55Editoriale
di Fabrizio Biasin

È successa questa cosa incredibile, ai limiti della realtà, realmente inattesa: i dirigenti di una squadra in difficoltà sono andati a parlare con il loro allenatore durante la pausa per la Nazionale. Ma siamo matti?

(Eh, l’hanno fatta passare come una roba storica, inedita, mai vista. E cosa avrebbero dovuto fare? Fottersene? Poi, certo, c’era chi credeva si potesse arrivare alla sostituzione del tecnico, ma i catastrofisti, francamente, sono andato un filo “lunghi”).

Simone Inzaghi è in evidente difficoltà, a Udine ha sbagliato molto. Anzi no, tutto. In quanto “persona intelligente” lo sa anche lui e, comunque, c’è chi glielo ha fatto notare (vedi “vertice” di cui sopra). La situazione è tutto tranne che brillante ma è anche vero che mettersi a frignare o dire “uh come si stava bene quando c’era Conte…” ha la  stessa utilità di Renato: Zero. 

L’Inter non deve guardare a chi non c’è più - e ha scelto di non esserci - ma a chi un anno fa ha dato dimostrazione di saper condurre questo gruppo di lavoro. E anche molto bene. Sì, proprio Inzaghi. Vi ricordate? Si parlava - esagerando - di un’Inter straordinariamente bella, per qualcuno “la più bella di sempre”. Ecco, troppo. 

Se non avessimo visto con i nostri occhi quello che Inzaghi è in grado di fare sarebbe il caso di arrendersi, di non accanirsi, di pensare a soluzioni drastiche, ma abbiamo visto cosa può fare questa squadra e, quindi, dobbiamo solo pretendere che lor signori trovino soluzioni, che le trovi l’allenatore insieme ai 5 o 6 giocatori più rappresentativi, quelli che attualmente bivaccano in campo e hanno sguardi tra lo spaesato e l’incazzato.

Proprio un anno fa si parlava della maggiore libertà concessa da Inzaghi ai suoi ragazzi, a differenza del regime militare imposto l’anno precedente dall’ottimo Antonio. Ebbene, sì, è vero: la formula “carota” dopo il biennio del “bastone” ha avuto molto senso, ora probabilmente è il caso di riequilibrare il dosaggio dell’una e dell’altro. 

(Piccola notarella tattica buttata sul piatto da noi allenatori da Bar Sport: Brozovic è mezza squadra, se gira lui girano anche tutti gli altri, viceversa è un casino. Lo abbiamo visto anche due anni fa: il croato scende un po’ di tono, tal Eriksen piazzato al suo fianco gli dà una gran bella mano. Ecco, oggi Eriksen non c’è più, però c’è Asllani che è giovane e “deve farsi”, ma ha tutto per essere un ottimo complemento di Marcelo. Insomma, il qui presente Oronzo Canà li proverebbe assieme. Mi taccio).

Il resto riguarda la presa di posizione della Curva Nord nei confronti della proprietà sotto forma di striscione: “Zhang vattene”. 

Il sottoscritto non più tardi di un paio di settimane fa ha detto e scritto il poco che sa: la famiglia Zhang, a differenza del recente passato (e con un paio di offerte rispedite gentilmente al mittente…), ha deciso che, sì, è giunto il momento di passare la mano. Questo non significa che la cosa accadrà tra un panettone e un torrone, dipende dalle offerte e dalla richiesta (attualmente parecchio importante), ma la volontà è chiara e confermata. E non è poco. 

Pausa per la Nazionale, che ti venga la pertosse.