Il gruppo più bello (a due giorni dal Derby)

Il gruppo più bello (a due giorni dal Derby)TUTTOmercatoWEB.com
sabato 20 aprile 2024, 22:53Editoriale
di Fabrizio Biasin

A due giorni da “quella partita lì”, vorrei dire una cosa per ognuno dei componenti di ‘sta squadra, consentitemelo, anche solo per mettere i puntini sulle “i” rispetto a un certo tipo di dialettica un filo facilotta: “L’Inter vince perché ha i giocatori più forti”. Comodo dirlo ora.
Yann Sommer per molti era “basso” e “non all’altezza di Onana” e “dove minchia andiamo con lo svizzero”. E invece, eccolo qua.
Matteo Darmian quando è sbarcato a Milano ha trovato a malapena l’autista. “La porto io in sede dotto’”. Non c’era nessun altro. È diventato punto di riferimento, tuttofare, il 12° uomo perfetto. E lunedì metterà insieme la 40esima presenza stagionale.
Benjamin Pavard per qualcuno era “forte, sì, ma troppo caro”. Per altri era una specie di Paramatti (con tutto il rispetto). I dati del campionato dicono che codesto danaro è stato speso benissimo.
Francesco Acerbi non lo voleva nessuno. Punto. Solo Inzaghi. Ha fermato tutti, da Haaland in giù.
Stefan De Vrij poco più di una anno fa era dato “in fase decadente”. E “guai a rinnovarlo”. Ha giocato partite sopraffine.
Alessandro Bastoni un tempo era un difensore. Ora è un centrocampista aggiunto. A volte una punta. “Difensore”, ormai, solo per gli almanacchi.
Yann Bisseck è arrivato e “boh, pure i difensori in Danimarca andiamo a prendere”. È diventato “il Bistecca” unico e solo.
Denzel Dumfries è costato 12 milioni e “ha i piedi di legno”. Al momento ha 3 gol e 6 assist in stagione. Poco?
Juan Cuadrado verrà ricordato per essere l’unico che ha provato a vincere Juve-Inter del girone d’andata.

Buttalo via…
Nicolo Barella era quello che “cosa ci faccio io con i giocatori del Cagliari”. Eccolo qui, uno dei 10 centrocampisti più forti al mondo. Oh, parere personale.
Davide Frattesi “non gioca mai”. E “senza giocare” siamo a 7 gol, 5 assist e almeno 4 punti portati oltre il 90’. Pensa quando inizierà a giocare.
Hakan Calhanoglu “chissà se sarà in grado di fare il regista”. Vin da ridere a rileggere certi giudizi (oh, anche il sottoscritto aveva i suoi dubbi).  
Kristjan Asllani “deve diventare grande”. Non si è visto tanto, ma quando si è visto ha dimostrato che ci può stare eccome. 
Henrix Mkhitaryan è “un parametro zero di complemento, nulla di più”. E invece è diventato l’unico vero insostituibile.
Davy Klaassen non aveva i capelli. Ora sì.
Federico Dimarco quando è tornato in nerazzurro veniva definito “non adatto a stare nella rosa di una grande squadra”. Chiuderà la stagione con numeri da attaccante.
Carlos Augusto era un brasiliano di seconda fascia, ha conquistato le sue prime convocazioni nella nazionale verdeoro.
Marko Arnautovic ha l’Inter dentro. E gli si perdona tutto. 
Alexis Sanchez ha accettato il ruolo di alternativa ai titolari. Bravo (Non è vero, non lo ha accettato, del resto i Leoni sono così).
Marcus Thuram “non è un numero 9”. E infatti si è dimostrato numero 7, 8, 10, 11 e pure 9. È costato 8 milioni di commissione: un furto.
Lautaro Martinez era un grande attaccante, la fascia da capitano lo ha trasformato in un campione. Stop.
Tajon Buchanan, Emil Audero (2 presenze in Serie A, due clean sheet), Raffaele Di Gennaro: grazie anche a voi.
Simone Inzaghi era un inadatto, debole, sconclusionato, “da esonerare anche se arriva in finale di Champions”, “Non è capace di vincere i campionati”, “Scemone” e così via. Si è fatto scivolare addosso tutto quanto, ha lavorato, ha portato “su prato” una delle più belle espressioni di calcio d’Europa. E sempre mettendo davanti il “noi” al posto dell’”io”. Ad avercene.
“L’Inter vince perché ha i giocatori più forti”. No, l’Inter vince perché ha il gruppo più bello.
Buon derby a tutti.