Il curioso tipo di critica verso l'Inter

Il curioso tipo di critica verso l'Inter
giovedì 10 agosto 2023, 23:07Editoriale
di Lapo De Carlo


Sono trascorsi due mesi esatti dalla finale di Champions e, fin dal giorno seguente, la vita dell’Inter è tornata ad essere movimentata.
Due mesi dopo una stagione che ha visto il club raggiungere la finale più importante, un terzo posto in rimonta e due trofei conquistati per il secondo anno consecutivo.
E’ una premessa sorprendentemente doverosa, a seguito di un modello di valutazione particolarmente feroce che sta subendo la società.
Ritengo da sempre la critica opportuna, necessaria, utile ma c’è un modello di critica che sconfina rabbiosamente, passa i limiti, eccede livorosamente con accelerazioni compulsive che mostrano più acrimonia che partecipazione al dibattito.

La lista degli addii e quella degli arrivi, il ritardo nel reperire un’attaccante e i portieri, ha sottoposto la società a legittime perplessità. Però ci si dovrebbe mettere d’accordo sui parametri con i quali argomentare perché il problema del debito c’è soprattutto dal 2011, la presidenza Zhang ha cambiato completamente indirizzo da tre anni e mezzo, per mandare avanti l’Inter ha chiesto un prestito a Oaktree e ha incaricato Goldman Sachs e Raine di trovare potenziali acquirenti.
Steven Zhang, ha poi smentito di voler cedere ma la data di scadenza del prestito si avvicina e qualcosa dovrà essere deciso per forza.
In tutto questo la società ha dovuto far fronte a esigenze di bilancio perché nel 2022 il patrimonio netto consolidato era negativo per 86,6 milioni, mentre nel 2021 era positivo per 53,4 milioni.
L’andamento d questa stagione ha permesso però di dimezzare il passivo rispetto alla stagione precedente e aumentare considerevolmente il player trading, un termine che avrete sentito spesso e viene utilizzato per individuare il momento in cui un atleta può raggiungere la massima valutazione conseguibile nel club di appartenenza.
I parametri sono chiaramente il rendimento del calciatore, in questo caso l’Inter, e il rendimento della stessa società negli anni in cui il giocatore milita da noi. Sono stati anche guadagnati più di 80 milioni dal botteghino e 130 dalla Champions.



Le critiche principali riguardano la lentezza con la quale il club si muove e il tempo lunghissimo per chiudere un affare. Non aver capito per tempo che Lukaku si era già accordato con la Juve (ma se è così le regole lo dovrebbero impedire), censure per aver scelto Cuadrado, rimproveri per essersi fatta soffiare Scamacca e aver perso Trubin, persino per aver puntato su Samardzic.
La sensazione è che un misto di sprovvedutezza contingente, unita ad un atteggiamento insolitamente incauto, abbia giocato un ruolo che però viene mal percentualizzato quando si è fatta circolare l’idea folle che il comportamento di Lukaku fosse “normale”.
La modalità senza precedenti rivela lo spiazzamento generale, il club era sicuro, a ragione, che avrebbe ottenuto ‘accordo col Chelsea e ha la “colpa” di aver creduto al giocatore e al suo entourage, ma sentir dire che Marotta sia un ingenuo è semplicemente demenziale. Va fatto notare che la totalità dei rapporti professionali, persino in questo mondo, è fondata sulla fiducia e accordi verbali. Avviene anche nella vita reale, giusto per non far passare il belga come un professionista che ha fatto “semplicemente” i suoi interessi, come qualche opinionista sostiene.

La libertà di movimento dell’Inter è estremamente bassa, il bilancio ingolfa tutto, i paletti dell’Uefa e gli enormi interessi bancari creano problemi evidentemente invisibili a occhio nudo. Si pretende comunque che l’Inter si sveni per una punta, facendo finta di non sapere che attualmente non esistono in giro grandi attaccanti, dal rendimento sicuro e l’impatto immediato. Un giovane come Balogun costa più di 40 milioni, un attaccante “anziano” come Morata o Taremi arriva a 20 milioni. Stessa storia per i portieri.
Il Bayern per fare un esempio tra i tanti, non ha ancora risolto la situazione negli stessi reparti e, per fortuna dell’Inter, Neuer ha peggiorato il suo problema fisico dopo la cessione di Sommer ma nemmeno i bavaresi, con tutti i soldi a disposizione stanno riuscendo a trovare un portiere di livello e un grande attaccante (il Tottenham ha respinto un’offerta di 100 milioni per Kane).  
Può darsi che un giorno molto vicino mi rimangerò questa affermazione, ma non ritengo una beffa aver perso Scamacca a 30 milioni come terza punta. Il fatto che costi così tanto ancora oggi dimostra come la circolazione di buoni attaccanti in giro sia scarsa.
In questa sessione di mercato alcune mosse dell’Inter dunque suscitano qualche perplessità ma va tutto riequilibrandosi quando si contestualizza l’ecosistema nel quale la società è costretta a muoversi. La preoccupazione maggiore insomma non viene dal tipo di scelte dei dirigenti ma da una situazione sempre meno sostenibile della proprietà.

Amala