Inter bella de notte. Inzaghi è un grande allenatore e ora il destino è tutto nelle mani dei nerazzurri
È un'Inter bella de notte, di quelle che illuminano San Siro. Giudicare questa squadra non è mai semplice, anche perché delle volte sembra perdersi nella propria anima, ma va dato un merito a un gruppo simile, quel merito di sapersi ritrovare sempre. La gara di San Siro è stata quella classica partita dai due volti in cui può succedere di tutto e in cui non esiste un canovaccio ben definito (o forse sì). L'Inter nel primo tempo non ha giocato bene, ha iniziato a sentire - come giusto che sia - le scorie della partita contro la Salernitana e ci ha visto poco: un po' di nebbia e poca concretezza negli ultimi sedici metri. Lautaro sembrava aver pagato i quattro gol dell'Arechi, la sfortuna gli ha ridato praticamente tutto: palo, traversa, occasioni cancellate da Trubin. Roba che la sfiga ti spernacchia da dietro la porta.
La vittoria però alla fine è arrivata e pesa tantissimo. In primis per l'economia del girone: il Benfica, la squadra con cui i nerazzurri si giocavano il primato del girone, è all'ultimo posto nel girone. Vero, di mezzo ci sono pure Real Sociedad e Salisburgo, ma la banda di Inzaghi s'è messa in una posizione tutt'altro che scomoda. È ovviamente presto per parlare di qualificazione, ma la prossima partita si giocherà di nuovo a San Siro, contro gli austriaci: in caso di vittoria si può già iniziare a ragionare sul girone di ritorno, mica una roba scontata nel calcio contemporaneo.
Due paroline se le merita pure Simone Inzaghi. Personalmente non ho mai visto un'Inter giocare così bene. Bella de notte, bella pure de giorno. Nel primo tempo non s'è vista la miglior squadra, ma nella ripresa la reazione c'è stata e alla fine il gol è arrivato: molti lo hanno criticato per non aver vinto lo Scudetto nella sua prima stagione, tanti lo hanno criticato pure lo scorso anno. Ma Inzaghi ha vinto tanto, ha fatto una finale di Champions, ha messo le mani su una squadra che nel giro di due anni e una manciata di mesi è cambiata tantissimo. Manca ancora qualcosa, si può perfezionare quella roba dei cambi dopo un cartellino giallo, ma Inzaghi è un grande allenatore. Gli manca qualcosa per diventare grandissimo, ma la strada è parecchio in discesa.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati