Direttamente dall'imbarazzo, destinazione trionfo: pura e adorabile follia Inter al 100%

Direttamente dall'imbarazzo, destinazione trionfo. In una partita che contava relativamente, quello che era un iniziale disimpegno degli stessi tifosi, disposti ad assistere ad una partita, senza calarsi troppo nella tensione, è diventata una tipica dimostrazione pratica di piacevole follia interista
Il primo tempo a Lisbona aveva lasciato tutti attoniti, tra le titubanze dei giocatori, disorientati dalla titolarità e un'assenza di collegamento tra reparti.
Sotto di due gol in meno di 15 minuti e con la netta sensazione che niente potesse cambiare l’inerzia.
Il pensiero generale era che Inzaghi avesse esagerato con i cambi, ma nel corso della partita qualcosa è scattato. La beffa della tripletta di Joao Mario aveva innervosito ulteriormente i tifosi e l'attenuante di una squadra rimaneggiata e sperimentale per far rifiatare i titolari a quel punto non era sufficiente.
L’opinione comune era a quel punto di limitare i danni, tentare una reazione salvare il salvabile, inserendo al più presto il maggior numero di titolari.
Tra la fine del primo e del secondo tempo il tecnico ha avuto l'ottima idea di lasciare in campo gli stessi giocatori, motivandoli, rigenerandoli con parole che non conosciamo, delegando una responsabilità a cui non si sono sottratti.
Arnautovic ha realizzato il gol della speranza e il resto è venuto da se, con la rete di Frettesi e il rigore trasformato da Sanchez.
Tra i nuovi innesti Bisseck mostra di avere il potenziale da grande giocatore. Alto, dinoccolato, con gran classe e mezzi importanti è partito male ma è cresciuto molto durante la gara. Prestazione positiva, così come quella di Asllani, dopo un brutto primo tempo, con responsabilità enormi in occasione della prima rete portoghese. La netta sensazione è che nessuno si sentisse a proprio agio e tutti hanno pagato l’emozione e la desuetudine nel giocare con compagni con i quali non aveva mai condiviso 90 minuti di gara. Male Klaassen e poco convincente la mancanza di reattività di Audero.
Sono però le prestazioni di Arnautovic e Sanchez a dare la percezione di un divario troppo grande tra loro e Lautaro e Thuram. L’austriaco ha bisogno certamente di giocare ma è evidente che con loro in campo manchi incisività. Eppure uno ha realizzato il primo gol e l’altro ha segnato una rigore tutt’altro che facile, considerando quanto fosse decisivo e quanto tempo fosse intercorso dalla decisione dell’arbitro alla battuta.
Ora arriva la partita di Napoli, con tutto quello che comporta una sfida contro un avversario rigenerato da un nuovo tecnico, a prescindere dalla sconfitta col Real Madrid. Trovare il Napoli di Garcia sarebbe stata una cosa, quello di Mazzarri trasferisce ai giocatori una responsabilità che in questi tre mesi hanno eluso. I loro problemi restano ma è evidente che al Maradona sarebbe stato meglio trovare la squadra di un mese fa. L’Inter l’anno scorso ha giocato con una formazione rimaneggiata e reduce da un derby di Champions trionfale. Arrivò una sconfitta nel finale di gara, con addirittura due gol di scarto incongrui con l’andamento.
Domenica le cose saranno diverse ma è la classifica a dare qualche brivido. Se la Juventus dovesse vincere a Monza potrebbe mettere un ulteriore pressione, mentre il Napoli in casa avrebbe la straordinaria occasione di riaprire la lotta scudetto tornando definitivamente in corsa. Il compito è perciò quello di giocare una partita coraggiosa. Se l’Inter vuole vincere il titolo non può fare solo partite calcolatrici come a Torino ma anche gare coraggiose come nel derby.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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