Comunque vada è già un successo
Che volete,
ciascuno ha il proprio modo di vedere o leggere il gioco del calcio.
Ciascuno ha il proprio modo di pesare, a volte soppesare, il significato delle vittorie e il loro valore.
L'Inter non è più padrona del proprio futuro, lo sappiamo e trovo inutilmente ossessivo ripetere sempre il mantra dell'errore di questa partita o quella, tanto indietro non si torna quindi recriminare serve allo zero più assoluto.
Ma l'Inter ha un dovere morale verso sé stessa e, soprattutto, verso i suoi tifosi: onorare fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata il campionato, vincendo le due restanti partite e vedendo come va a finire.
Ovvio, il peso specifico dello scudetto è maggiore di quello della coppa Italia o della Supercoppa, ci mancherebbe. Ma non va dimenticato contro chi e come hai vinto i due trofei che hanno già arricchito la bacheca del club.
Perché se da un lato è vero che la Supercoppa è figlia dell'annata precedente, partita secca e chiuso, la coppa nazionale arriva al termine di un cammino che ti ha portato a eliminare Mou nei quarti, voglio tanto bene a Mou e resterà nel mio cuore a imperitura memoria ma batterlo mi da un sottile brivido di piacere, dopodiché per me lui rimarrà per sempre il vate terracqueo, Milan in semifinale, risultato rotondo di fronte a spalti gremiti e mille mila media, poi la Juventus, alla quale hai tolto tutti i trofei possibili e immaginabili in questa stagione: ancora annessi record di pubblico, di telespettatori, di televisioni provenienti un po' dappertutto.
Ma, al di là dei trofei alzati, entrambi i successi certificano senza ombra di dubbio le potenzialità di un gruppo guidato da un giovanotto di belle speranze, proveniente dalla Lazio, unica piazza con la quale si è confrontato nella massima serie. Il suo arrivo è stato salutato da molte incertezze. In primo luogo perché sostituire il suo predecessore non era facile, non lo sarebbe stato per chiunque: a seguire le difficoltà che comporta allenare l'Inter, basta chiedere a grandi tecnici succedutisi sulla panchina nerazzurra quale sia la pressione a cui si è sottoposti, personalmente ne ho parlato con Trapattoni e Mou ma l'elenco è lunghissimo. Per finire, i ricordi a volte vanno fatti riaffiorare, altrimenti le storie si raccontano a metà e non nella loro interezza. NON è la stessa squadra che ha vinto il campionato passato. NON ha gli stessi interpreti.
NON gioca allo stesso modo, non avrebbe potuto farlo. NON è stata rinforzata, con tutto l'affetto e il rispetto per chi è arrivato. NON partiva favorita, basta leggersi le griglie vere e non presunte della maggior parte dei giornali di metà agosto 2021 checché se ne dica adesso, è troppo facile adesso, solo i bookmakers la vedevano alla pari con la Juve. Quindi, opinione personale sia chiaro, il giovanotto di Piacenza, in mezzo a qualche errore che ci sta, eccome se ci sta, ha fatto bene. A tratti anche benissimo. E lo dico oggi, quando ancora mancano centoottanta minuti al termine della stagione: comunque vada, comunque finisca, è già un successo.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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