Ci risiamo: non ci è bastata la lezione dell'ultimo anno. Non fatevi ingannare
Onana, Calhanoglu, Acerbi, Mkhitaryan sono solo quattro dei nomi presi a zero euro dall’Inter (Acerbi 4 milioni per il riscatto) e che sono diventate vere e proprie colonne di una squadra capace di vincere due trofei e di raggiungere la finale di Champions League. Capisco che la mitragliata di nomi in entrata e in uscita a cui il calciomercato ci costringe ogni estate è dura da digerire, ma non si può prendere tutto quello che si legge per vero.
Siamo solo al 23 di giugno e sembra che il mondo Inter debba, ancora una volta, finire anzitempo. Non ci è bastata la lezione dell’ultimo anno, la caterva di critiche alla società per la gestione del mercato accompagnato dallo scetticismo sugli arrivi di Mkhitaryan, Onana e Acerbi, anche quest’anno il tifoso dell’Inter e la critica in generale è pronta a lanciare le proprie accuse.
Capisco per primo che non sia facile seguire un mercato in cui, la propria squadra, non può aprire il portafoglio e quindi non possa dettare le proprie regole sul mercato, ma così è bisogna farsene una ragione. Siamo come sempre nelle mani sapienti di Marotta che ha ampiamente dimostrato di saper fare molto bene il suo lavoro.
L’Inter, da molti considerata la squadra più forte d’Italia, ha costruito la sua ossatura spendendo pochissimo. Siccome non mi piace parlare senza portare dati tangibili a supporto della mia tesi procederò con un noiosissimo elenco: Onana è arrivato tra lo scetticismo di molti a zero euro, Darmian quasi a zero, Acerbi è costato quest’anno 4 milioni, Dumfries 12, Dimarco arriva dalla cantera nerazzurra, Calha è arrivato gratis mentre Brozo fu pagato 8 milioni nel 2015, De Vrij ovviamente zero, devo andare avanti? Si, quindi Dzeko arrivato a quasi zero euro mentre Lautaro è stata una scoperta pagata 20 milioni e che ora vale almeno cinque volte tanto, Romelu 8 milioni per il prestito. Gli unici acquisti onerosi sono arrivati in tempi di vacche grasse: Bastoni 31 milioni (con annesse contropartite), Correa 30 milioni (accidenti), Barella 40 (ora vale almeno il doppio) e Gosens 25.
Quindi cosa voglio dimostrare? Che se si è bravi si riesce a costruire una squadra forte e vincente anche senza avere un portafoglio gonfio. Non è facile e non sarò certo io a negare questa evidenza, come non si può negare che per il tifoso medio (di cui io faccio parte) sia assolutamente frustrante.
Siamo di fronte a un mercato frenetico dove le occasioni si colgono quando si può, si deve anche essere fortunati ad arrivare nel momento giusto al posto giusto.
Se poi sfoglio i giornali mi viene il mal di testa. Ogni giorno leggo di giocatori dell’Inter pronti a partire, imparo che l’Inter deve tremare per le offerte dall’estero a ogni suo giocatore per poi vedere che la cessione la fa il Milan che perde uno dei suoi giocatori più forti nonché simbolo del milanismo. Il risultato però è sempre lo stesso: l’Inter fa male e gli altri fanno bene. Non cascateci, non credeteci, noi facciamo meglio di molti altri e i risultati sono lì a testimoniare il fatto!
Quindi mi armerò di pazienza e passero questi due mesi in apnea. Leggerò ogni minuto una notizia contraria a quella di un secondo prima con una serie di “invenzioni” degne di un grande scrittore di libri di fantascienza.
Ragazzi resistete e non fatevi ingannare perché siamo solo a fine giugno e l’estate bisogna anche un po’ godersela.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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