Chissà cosa è successo tra agosto e settembre
L’Inter che gioca oggi a san Siro con la salernitana dovrà sfruttare l’inerzia e le certezze ritrovate.
Sono trascorse due settimane da quando Simone Inzaghi era l’uomo da cacciare, l’allenatore indifendibile, sono passate due settimane dalle critiche legittime a lui e ad una squadra che perdeva ogni contrasto, correva male, giocava peggio e si faceva battere da chiuque.
Cosa sia davvero accaduto per ribaltare la situazione in Champions e ripartire in Campionato è ancora complicato da comprendere. Forse è davvero stata sbagliata la preparazione, sicuramente c’è stato un confronto nello spogliatoio e con la dirigenza, ma c’era già stato dopo le sconfitte con Lazio, Milan e Udinese.
Forse qualche giocatore aveva il freno a mano tirato per motivi solo supponibili.
Il fatto è che all’Inter oggi, nell’euforia generale, si parla di ogni obiettivo raggiungibile, senza alcuna preclusione e se batterà il Viktoria Plzen tra dieci giorni è un ragionamento valido in Europa.
In Italia invece l’Inter si è giocata ogni bonus e oltre, con quattro sconfitte si è perso troppo tempo e terreno a favore di ben sei squadre.
Milan e Napoli tra queste sembrano le più credibili e se arriverà un filotto positivo bisognerà avere la capacità di non accontentarsi mai. L’auto esaltazione è il peggior nemico in una rincorsa lunga ed è quella che fa entrare in campo i giocatori con un eccesso invece che col giusto grado di sicurezza.
In questo senso la partita di mezzogiorno con la Salernitana è come un asfalto scivoloso, una pozzanghera da saltare o, se non se ne hanno le forze dopo le fatiche di Barcellona, da attraversare senza imbarazzo.
Le energie nervose spremute al Nou Camp potrebbero aver prosciugato mezza squadra e quel video divertente dallo smartphone di Bastoni nel quale vediamo Barella portato come un defunto da Dimarco, con riferimento allo stress pazzesco della sfida di quella sera, rivela il vero coefficiente di difficoltà di questa sfida.
Inzaghi non riesce ad avere a disposizione Lukaku ma rientra Correa. La formazione di oggi dovrebbe essere Onana in porta con il trio di difesa rivisto solo nel centrale: Skriniar, Acerbi, Bastoni.
A centrocampo Dumfries, Barella, Asllani, Calhanoglu, Gosens. Sarà importante capire come reagirà l’albanese all’errore colossale che ha impedito all’Inter di ottenere un successo storico e sarà importante che il pubblico lo sostenga. E’ una notizia non trascurabile anche il rientro di Gosens dal primo minuto.
Il tedesco con il gol del quasi successo ha l’occasione di rilanciarsi, ha giocato poco e finalmente entra con la giusta dose di entusiasmo. Calhanoglu torna al suo ruolo ma è quasi impossibile possa offrire una prestazione tanto convincente come in Spagna. Se riuscisse ad essere decisivo anche con i campani sarebbe una svolta anche per lui che tende a distrarsi ogni tanto.
Dzeko, Lautaro sono una coppia necessaria ma il bosniaco ha quasi 37 anni ed è francamente ingiusto pretendere continuità.
Oggi ci sarà bisogno di gol alternativi, di una tenuta mentale che regga anche dopo l’eventuale vantaggio, vista la facilità con la quale l’Inter lascia spazi o si fa raggiungere ogni volta che va avanti, non solo con il Barcellona.
Mettiamoci in testa insomma che quella di oggi è una gara che può dimostrarsi complessa.
L’Inter però non ha più scuse. Se è così indietro in classifica è solo colpa sua e questo non può che responsabilizzare ulteriormente i giocatori. Gli deve venire in mente ogni volta che una gara si complicherà e raddoppiare proprio in quel momento gli sforzi per vincerla.
L’unico dovere della squadra è fare di tutto per non pentirsi troppo del pessimo inizio di stagione. Nulla è precluso se lo ricorderanno.
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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