Bene la strategia nel breve. Serve la prospettiva a lungo termine

Bene la strategia nel breve. Serve la prospettiva a lungo termineTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 1 luglio 2021, 12:45Editoriale
di Lapo De Carlo

La nuova vita dell’Inter è cominciata da circa un mese e, se per tutto il 2021 l’ambiente nerazzurro ha respinto le cassandre che preconizzavano un futuro prima incerto e poi drammatico, dopo lo scudetto hanno subito dovuto familiarizzare con una realtà ridimensionata di cui c’era già contezza ma senza la giusta proporzione.
Troppo squilibrio nei titoli catastrofici, nelle letture disarmanti della “vera” situazione in società da una parte e troppa euforia, troppo entusiasmo dall’altra.
Titoli che hanno accelerato maliziosamente il destino della società, contro un pubblico che non voleva illazioni ma notizie vere, accertate.
In un mese i fatti dicono che la disgrazia capitata ad Eriksen è stata risolta tecnicamente con l’acquisto a zero di Calhanoglu. Ashley Young ha salutato tornando in Inghilterra, D’Ambrosio, Ranocchia e Kolarov hanno accettato la decurtazione dello stipendio e firmato un rinnovo annuale andando incontro all’esigenza del club legata alla sostenibilità, e Hakimi è un giocatore del PSG, con ufficialità che verrà data tra oggi e domani.
Le novità di ieri riguardano le notizie di un consorzio guidato da Alibaba Group e il governo provinciale di Jiangsu, prossimi ad un accordo per acquistare una partecipazione nel ramo di vendita al dettaglio del Gruppo Suning. L’articolo sul Sole 24 ore di Carlo Festa ha aggiunto che negli ultimi giorni, sono riprese a circolare indiscrezioni sulla vendita del club, malgrado la famiglia Zhang abbia smentito un suo disimpegno.
La seconda notizia è arrivata in serata, con le dichiarazioni di Marotta, il quale ha confermato l’addio ad Hakimi, probabilmente in giornata, e la volontà di tenere il resto della rosa, a partire da Lautaro: “Vorremmo tenerlo, abbiamo iniziato ad intavolare dei discorsi per il rinnovo del suo contratto".
Marotta ha aggiunto che la cessione di Hakimi “ci permette di respirare un pochino” e che l’Inter vorrebbe trattenere tutti.
La terza notizia è che il club ha rispettato tutte le scadenze, pagando le mensilità di aprile, maggio e giugno grazie al prestito di Oaktree.
La quarta notizia, che al momento è più una conferma, riguarda l’addio a Lele Oriali.
I fatti messi insieme permettono di avere una lettura delle cose più precisa. Il pubblico nerazzurro è convintamente persuaso delle capacità di Marotta (e forse dovrebbe esserlo di più anche verso Piero Ausilio) ma ci sono dei punti che dovrebbero essere molto meno opachi, a partire dalle reali intenzioni della proprietà.
La famiglia Zhang non può essere la sola unità di misura delle ambizioni nerazzurre, specie con una comunicazione che viaggia in una direzione e le notizie che vanno in un’altra.
Siamo tutti consapevoli delle difficoltà in un momento del genere ma più degli annunci servirebbe un orizzonte temporale che mostrasse un progetto puntato oltre l’emergenza a cui Marotta sta facendo fronte da più di un anno.
Ad oggi Steven Zhang va via, resta lontano per dei mesi e poi torna, resta poco più di trenta giorni, sbriga le pratiche e poi torna in Cina, senza che si sappia quando tornerà e con che intenzioni.

Sapere che la cessione di Hakimi permette di respirare e nemmeno tanto, indica solo un cammino perpetuamente accidentato dal quale non si può certo uscire solo con la cessione di un big, l’autoriduzione indotta dello stipendio da parte di alcuni giocatori e la speranza di tempi migliori.
La Juventus ad esempio ha attuato la ricapitalizzazione immettendo 400 milioni e ha uno stadio di proprietà che le garantisce di essere più veloce nella ripresa della crisi.
Inter e Milan invece stanno aspettando la firma sul contratto del nuovo stadio, la quale rappresenterebbe la vera ancora di salvezza per il futuro, perché darebbe un segnale all’esterno di due club storici,  finalmente con un bene immobile in costruzione e non più un affitto.
Eventuali acquirenti sarebbero certo molto più incoraggiati di quanto potrebbero esserlo ora, oppure il gruppo Suning tra sei mesi, un anno potrebbe avere una situazione diversa, più solida e incoraggiante e decidere di restare come proprietaria dell’Inter con un nuovo modello di business, forte del nuovo stadio e del ritorno del pubblico. C’è però bisogno che la strategia sia di lungo termine. Il dato che fa propendere verso l’ottimismo è fornito dalla conferma dell’attuale management. Se sono rimasti tutti c’è da pensare che è perché quella visuale che non vediamo loro la conoscano.
Amala