A San Sebastián un errore di percorso. Ora non si resetta: si continua a correre

A San Sebastián un errore di percorso. Ora non si resetta: si continua a correreTUTTOmercatoWEB.com
domenica 24 settembre 2023, 11:19Editoriale
di Gabriele Borzillo

L’Inter versione basca non è che non mi sia piaciuta: no, l’ho trovata a tratti perfino avvilente. Però ci sta di sbagliare una partita, ci sta di steccare soprattutto a inizio stagione. Il lato positivo di una trasferta dalla quale rientriamo con un punto che vale molto più oro di quel che potrebbe apparire a una prima e sfuggevole occhiata, è indubbiamente l’essere riusciti a tenere la barra a dritta anche nei momenti di mare in burrasca, aiutati da un pizzico di culo (ci vuole sempre, nella vita e nel pallone) e dalla capacità nella nobile arte del parare di un numero uno che non sarà alto due metri, forse non sarà nemmeno un fenomeno paranormale quando si tratta di uscire in presa alta in mezzo al mucchio selvaggio di fronte alla porta ma, tra i pali, ha uno scatto e una reattività che lo colloca, di diritto, nella top ten quantomeno europea, forse anche mondiale. Il pareggio di Lautaro, fino a quel momento assente ingiustificato come tutto il resto della squadra - ecco perché non me la prendo con il giovane Asllani ma, casomai, molto più con i senatori che gli giostravano accanto, avulsi da qualunque genere di manovra per una buona settantina di minuti - ha aperto nuovi orizzonti per la Beneamata che, con un pelino di buona sorte in più e meno orgasmo calcistico finale, avrebbe potuto portarsi a casa tre punti con buona pace generale, anche di chi aveva cominciato a innalzare De Profundis all’indirizzo di Inzaghi e del gruppo: ci saranno altre occasioni, durante una stagione qualche paio di partite capita di sbagliarle, non demordete.

Proprio per questo, proprio perché San Sebastian lo considero, un errore di percorso, uno smarrimento momentaneo della rotta durante una gara di orienteering, non credo sia necessario resettare o ripartire da un bel nulla. Casomai, questo sì, penso e spero che Simone Inzaghi abbia fatto vedere e rivedere ai suoi la partita di mercoledì sera in loop, compiti a casa con dvd personalizzati, per capire cosa non sia andato per il verso giusto. E, poiché l’Inter è gruppo forte, capace, coeso e completo, non ho dubbi riguardo l’atteggiamento che oggi, ora di pranzo, insopportabile saltare la pasta al forno domenicale ma, si sa, per una manciata di denari  - pochi mi sembra di aver capito – vale la pena sacrificare il banchetto festivo, i nerazzurri metteranno in campo a Empoli. Laddove non sarà una passeggiata di salute, raccontiamolo subito a scanso di narrazioni fantasiose e prive di attinenze alla realtà. I toscani, con l’arrivo di Andreazzoli, dubito ricalcheranno le orme di una prestazione sconclusionata e priva di senso come quella della settimana passata all’Olimpico. Quindi servirà tanta grinta, tanta voglia, tanta attenzione, tanto di tutto. Rientrerà, forse, Calha, così come dovrebbe iniziare la partita, accanto a Lautaro, Marcus da Parma, apparso in palla anche in terra basca. Conoscendo un minimo Inzaghi non credo rischierà Hakan se il regista turco non sarà al mille per cento: nessun pericolo, tutto sarà calcolato con perfezione. In alternativa, riproporre  Asllani senza il minimo dubbio né la più piccola titubanza: lui è il primo cambio di Hakan, lui deve crescere per essere il faro del futuro, possibilmente aiutato da chi gli sta intorno.

Non si resetta, non si riparte: si continua a correre.

Alla prossima, avanti l’Effecì.