BAR ZILLO - È tornato, per davvero
No, perché se un mesetto fa qualcuno mi avesse raccontato, seriamente e senza sorridere sotto i baffi, che Big Rom sarebbe stato un giocatore dell'Inter 2022/2023 beh, sono sincero, gli avrei riso, altro che sorriso, in faccia. Non per altro, intendiamoci, ma perché lasciar partire un ragazzo pagato neanche trecentosessantacinque giorni fa centoventi milioni circa, uno più uno meno non fa differenza, a condizioni vantaggiose solo per l'acquirente non lo avrei ritenuto possibile. Ma i nuovi proprietari del Chelsea, per fortuna mia e del mondo nerazzurro in generale, non la pensano così. E non la pensano neanche, su questo sono disposto a metterci la mano sul fuoco, come la precedente gestione societaria dei Blues: ve la immaginate Marina Granovskaia che perde un'enormità di quattrini, la faccia e altre amenità simili lasciamo perdere, sono discorsi da bar che non riguardano i massimi sistemi pallonari, restituendo al mittente il regalo, la ciliegina sulla torta ambita, voluta, desiderata e ottenuta con la forza (e tanti soldini) dopo la vittoria della Champions?
Che poi, per quanto Lukaku possa aver toppato la passata stagione - comunque sia, ricordiamolo, secondo miglior marcatore del Chelsea nonostante lo scarso impiego e infortuni più o meno fastidiosi ma certamente menomanti per il gigante belga - siamo proprio sicuri del ruolo corretto assegnatogli da Tuchel nello scacchiere degli ex campioni d'Europa? Sì, va bene, quando un allenatore vince la massima competizione del vecchio continente è libero di dire o fare quel che vuole, troppo importante il ritorno economico per le casse societarie anche se benestanti come quelle dei londinesi, tralasciando poi blasone e rivalutazione del brand. Discorsi consoni al marketing, non al cuore del tifoso.
Lukaku ha cominciato a puntare i piedi fin da gennaio, ricordate l'intervista a Sky dopo Natale? Già lì bolliva qualcosa, già lì serpeggiava quel malumore che, giorno dopo giorno, lo ha portato sempre più lontano dall'ambiente Blues rimpiangendo ciò che era stato. A Milano Romelu era trattato come un re. Anzi, no: era il re. L'eroe di una tifoseria che lo aveva eletto a condottiero, l'immagine del vincente capace di trascinare con sé uno spogliatoio intero. Ecco, Romelu, quell'immagine devi ricostruirtela un cicinin, si dice qui. Ma, ne sono certo, riuscirai benissimo nell'intento. Per adesso bentornato.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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