BAR ZILLO - Dai capricci di Ibra, Deco e Carvalho a Milito re di Madrid

BAR ZILLO - Dai capricci di Ibra, Deco e Carvalho a Milito re di MadridTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 22 maggio 2021, 10:40Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Comincia tutto in modo strano, particolare: con una campagna acquisti che porta in nerazzurro Milito, Thiago Motta, Pandev, anche McDonald Mariga (sempre grazie per la punizione di Barcellona). Ma, soprattutto, comincia coi capricci di Ibra, l’offerta assurda del Barcellona, quei 50 milioni oltre Eto’o che ancora oggi rappresentano l’operazione più intelligente nella storia del calcio nerazzurro, forse mondiale. Comincia con le richieste di Josè da un lato (Deco e Carvalho) e l’imposizione societaria dall’altro (Lucio e Sneijder).

Poi un cammino irto di difficoltà, complicazioni, colpi di scena, una parte della tribuna che a novembre – io c’ero e sentivo con le mie orecchie – chiedeva la rimozione di Mou, che il portoghese sarà mica un allenatore da grande squadra dicevano ricolti a Massimo Moratti. Perché noi interisti siamo così, tifiamo di pancia, irrazionali come la nostra squadra e innamorati di quell’amore inspiegabile che ti fa ridere, piangere, incazzare, urlare, maledire, imprecare. Comincia tutto il cinque maggio, quella data che per i tifosi delle nostre avversarie storiche rappresenta nonsicapiscebenecosa, come se non fosse mai successo, a loro, di perdere scudetti o coppe campioni. Prosegue il 16, vittoria a Siena e scudetto numero diciotto in bacheca. E l’apoteosi, l’apogeo pallonaro per eccellenza: 22 maggio 2010, stadio Santiago Bernabeu in Madrid, un popolo in viaggio per seguire l’impresa delle imprese, primo club italiano a poter vincere il Triplete, coppa nazionale-scudetto-coppa dei campioni, nessuno mai c’è riuscito prima.

L’Inter sta bene fisicamente e a me tifoso di vecchia data, proprio vecchia vecchia no ma sufficiente a ricordarlo, sotto tanti aspetti quella squadra riporta alla mente l’Italia mondiale del 1982. Io, mica mi vergogno a dirlo tanto era un mantra che ripetevo anche in quei giorni, non ho mai tremato un secondo per la finale. Sarà l’animo bauscia insito in me, e me ne vanto assai ma, così come dopo Italia-Brasile tre a due non ho avuto più dubbi sulla vittoria degli azzurri, dopo Barcellona ero convinto che nessuno avrebbe potuto fermare la marcia trionfale nerazzurra. Non sono andato a Madrid, il lavoro non me lo ha consentito: ma, come molti altri milioni di tifosi, ho vissuto quei novanta minuti a casa. Esattamente dal divano. Solo, perché così avevo deciso. Con la pressione sanguigna che deve avere toccato vette inenarrabili al momento dei gol di Diego Alberto El Principe Milito, con le lacrime che mi riempivano gli occhi nel momento in cui Howard Melton Webb ha deciso basta, la partita finiva lì. Poi la gioia, immensa, indescrivibile: ma che ne sanno gli altri di cosa significa il Triplete? Che ne sanno.

Nulla.

Buon Anniversario a Voi!