Cremonese, Bianchetti ritrova la sua Inter: "Sognavo l'esordio, in Italia poco coraggio"

Ex giocatore della Primavera dell'Inter, Matteo Bianchetti torna a San Siro con la maglia della Cremonese e la fascia di capitano al braccio, nel match in programma domani sera al Meazza. Di seguito alcune sue dichiarazioni sul suo passato in nerazzurro e le sensazioni nel tornare nella vecchia casa.
Nessuno tra i ragazzi di quel gruppo è riuscito a far carriera all’Inter. Perché era ed è tanto difficile per un giovane italiano fare strada in una grande?
"Perché, una volta uscito dalla Primavera, devi passare per dei prestiti in cui devi essere bravo e fortunato a metterti in mostra per poi ritornare alla base a giocartela. E perché in un club come l’Inter il livello è davvero molto alto. Infine perché, rispetto all’estero, c’è un po’ poco coraggio nel dare l’opportunità, è una questione culturale: qui i giovani vengono mandati a giocare qualche anno anziché provare a tenerseli in rosa".
Non aver mai esordito in prima squadra è il rimpianto più grande?
"Spiace perché sin da ragazzino tifavo Inter e sarebbe stato il mio sogno. In più ci speravo perché per sei mesi mi sono allenato in prima squadra. Purtroppo il sogno è rimasto tale ma solo aver avuto la possibilità di allenarmi con tutti quei campioni è stato bellissimo e molto formativo. Certo l’esordio sarebbe stata la perfetta conclusione di quel cerchio".
Com’è Vardy visto da vicino?
"Anche io mi sono gasato quando ho letto che sarebbe arrivato a Cremona perché è un giocatore di livello internazionale che ha fatto la storia con una squadra medio-piccola in Inghilterra. Sicuramente si farà conoscere e apprezzare in campo appena starà bene".
Se le propongo un paragone tra Cremonese e Leicester...
"No, non si può fare: loro hanno compiuto un’impresa irripetibile, mentre il nostro scudetto è la salvezza. Poi tutto quello che verrà, se verrà, sarà bellissimo".
Qual era il suo modello?
"Chiellini, Barzagli e oggi Bastoni, anche se è più piccolo di me... Da tanti cerco e ho cercato di imparare qualcosa".
L’avversario più difficile da marcare?
"L’Higuain di Napoli era stratosferico, lo stesso Lautaro. E se ricordo la mia seconda da titolare in A contro la Juve di Tevez...".
Matteo, dica la verità: un po’ ci sta pensando al fatto che domani entrerà in campo a San Siro da capitano contro la sua Inter?
"È già stato bello col Milan, lo sarà ancora di più stavolta perché quello è il mio primo stadio e tornarci dopo 14 anni, per di più da capitano (Bianchetti portò la fascia pure il 30 agosto 2022, ma solo perché non giocò Ciofani, ndr), fa effetto visto che in mezzo c’è stata tutta una carriera passata tra momenti bellissimi e altri difficili. Sarà un po’ la chiusura di un cerchio".
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