Marotta: "La Serie A ha perso appeal. Il campione arriva e va via, prima restava"
"La Superlega è un grido d'allarme, di disperazione, di alcune società con un forte obiettivo competitivo. Va rivisto il modello organizzativo". Queste le parole di Giuseppe Marotta che ha parlato anche di questo nel corso della sua lunga intervista al Corriere della Sera: "Potevamo agire meglio nella forma, ma il fine giustifica i mezzi. La difficoltà è coniugare i concetti di business e meritocrazia, ma il Covid e l'indebitamento affogano i club. Se Fifa e Uefa vogliono rimodellare il calendario devono tenere presente che il rischio d'impresa è dei club. La Champions nel 2024 avrà 100 partite in più, la Fifa vuole il Mondiale biennale, ma la tutela delle società? Sono contrario a quest'ultima soluzione perché aumenta usura e rischio di infortunio dei calciatori".
Un pensiero Marotta lo dedica anche al format dei campionati: "Si deve scendere a 18 squadre e non solo. Le leghe inferiori stanno in piedi grazie a un concetto mutualistico di assistenza. Per le leghe minori si potrebbe reintrodurre il semiprofessionismo. Una soluzione? Sono ottimista, ma manca l'attenzione dello Stato. In Europa negli ultimi 10 anni sono stati costruiti 153 nuovi stadi e investiti 19,8 miliardi. In Italia uno solo. Va reintrodotto il ministero dello Sport. Serve un progetto nazionale per sostenere il calcio e lo sport".
Poi esprime la sua opinione anche sulla scelta delle Lega di vendere i diritti a DAZN: "Le società devono ottimizzare la vendita, ma la tutela del prodotto è importante. Va garantita la diffusione e la bellezza dello spettacolo. Oggi il backstage è quasi più importante della partita. La Serie A ha perso appeal, è un campionato di transizione, Lukaku docet. Il campione arriva e va via, prima restava".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati