Caso-ultras, scena muta degli arrestati di fronte al pm

Allineati in tutto, anche nel restare in silenzio. Ieri sono iniziati gli interrogatori di garanzia degli ultrà di Inter e Milan, che sono stati arrestati lunedì scorso nell'ambito della maxi-inchiesta sugli affari illeciti delle Curve e del tifo organizzato dei due club. La sfilata di fronte ai pm è iniziata con Francesco Lucci (fratello del capo-ultrà rossonero Luca), Riccardo Bonissi e Luciano Romano, mentre nel pomeriggio sono intervenuti in videoconferenza Fabiano Capuzzo, Francesco Sticco, Islam Hagag e Christian Rosiello.
Tutti hanno fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere, e la scena dovrebbe ripetersi oggi coi vertici delle curve: Luca Lucci per il Milan e Marco Ferdico per l'Inter. Nella giornata di ieri è comparso anche l'ex capo-ultrà nerazzurro Andrea Beretta, già in carcere per l'omicidio di Antonio Bellocco, membro del direttivo CN ed esponente della 'Ndrangheta.
Il suo avvocato è stato l'unico a parlare, di fronte ai cronisti: "Non ci sono state pressioni per avere le tessere, che venivano regolarmente pagate. E per i biglietti non ci sono mai state minacce dirette. L'unica minaccia è stata: “Se non ci danno i biglietti per Istanbul non ci andiamo”. E a mio parere non si tratta di una minaccia, ma di dire che: “O accontentiamo tutti o non ci va nessuno”.
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