Candela svela: "Stavo per andare all'Inter, poi rimasi alla Roma con Capello"

Candela svela: "Stavo per andare all'Inter, poi rimasi alla Roma con Capello"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 09:09Rassegna Stampa
di Daniele Najjar

L'ex colonna della Roma, Vincent Candela, ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola ed ha svelato un retroscena di mercato riguardante l'Inter.

Com’era il rapporto con Capello?
"Era un generale, all’inizio i compagni avevano tutti paura. Pure con lui tanti litigi all’inizio, quell’estate stavo per andare all’Inter, poi rimasi a Roma e insieme abbiamo costruito un rapporto favoloso. Ho bei ricordi anche di Galeone e Cosmi, a Udine. E mi sono divertito come un matto nei sei mesi al Bolton, quando lasciai la Roma. L’allenatore era Sam Allardyce, che tipo. Ci diceva: “A me basta che voi vi alleniate il giovedì, venerdì rifinitura e sabato partita”. Una pacchia. C’erano Diouf e Fadiga, N’Gotty e il grande Jay Jay Okocha. Siamo arrivati sesti, in Premier, neanche male, no?".

Lei ha giocato con Totti e Zidane, i due numeri 10 più straordinari della loro epoca. Li fotografi.
"Premessa: sono due amici. Francesco aveva una velocità di pensiero strabiliante, un dono di Dio. Ci capivamo al volo: prima ancora che gli arrivasse il pallone, dalla postura del corpo, sapevo dove avrebbe calciato. Forse avrebbe meritato il Pallone d’Oro, all’inizio del 2000, tra l’Europeo con l’Italia - che perse contro di noi in finale - e lo scudetto con la Roma. Calciava con una facilità unica e segnava molto, più di Zidane. Zizou? È stato il Calcio. Credo sia stato il calciatore più elegante mai visto sulla faccia della terra. Aveva il fisico di un gladiatore, ma si muoveva come un ballerino".

Con Zeman lei litigava un giorno sì e l’altro pure.
(Ride) «Ho litigato con tutti, ma con Zeman di più. Ero giovane: non capivo i gradoni, le corse senza il pallone. Ma ho stima nei suoi confronti, è stato un grande allenatore. E mi ha insegnato il senso del sacrificio, la disciplina».