Mai dare niente per scontato all’Inter

Mai dare niente per scontato all’InterTUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 19:49Editoriale
di Lapo De Carlo


Parlando di Inter negli anni ho imparato a non dare mai nulla di scontato ma questo è un sentimento, un “milieux” che accomuna i tifosi di tante squadre. L’unicità sta nell’avere una storia fatta di vicende clamorose più o meno ogni anno, con conseguenze che la società di turno ha imparato ereditariamente a gestire.
In particolare l’attuale dirigenza ha adottato da qualche anno un piano di ripresa e resilienza che è riuscito a mantenere il club a livelli altissimi, nonostante problemi che difficilmente qualcun altro avrebbe saputo gestire meglio o allo stesso livello. Non basterebbe un libro per descrivere le vicende interne avvenute con Zhang e l’impossibilità di avere fondi dal presidente, con la relativa necessità di vendere giocatori importanti ogni anno, prendendone altri, tra parametri zero e occasioni che hanno mantenuto la squadra su livelli altissimi.



Vale poi la pena ricordare che l’Inter partiva da un debito lordo di 734,8 milioni di euro nel 2024, tenendo sempre a mente il bond che andava restituito entro il 2027. Il club ha scelto così, a sorpresa, di rifinanziare il debito e rimborsare anticipatamente il bond per evitare di pagare i tassi di interesse davvero troppo elevati. Un rifinanziamento che ha comportato una riduzione del passivo e un miglioramento della situazione finanziaria.
Solo quest’anno l’Inter è riuscita a portare a casa:
132 milioni di euro dai premi UEFA.
90 milioni di euro dai diritti tv della Serie A.
33 milioni di euro dal Mondiale per Club.
Gli incassi dallo stadio hanno portato cifre record
In epoca recente, quando i soldi sono finiti, i grandi club alle prese con questo problema hanno vissuto una lunga fase di assestamento, confusione e palese calo di rendimento. Questa ha risolto tanti problemi, pur sbagliando alcune operazioni, restando lucida. Faccio presente che ci sono società con capitali enormi che da anni sbagliano puntualmente tattica di mercato, falliscono gli obiettivi e ricominciano facendo altre spese folli.

Eppure a Marotta e Ausilio sono arrivate critiche feroci, persino il disprezzo da parte di un buon numero di tifosi. I teoremi che ho letto sulla loro presunta incapacità si fondano su ricostruzioni parziali, spregiudicate e preconcette. Se si esprime un’idea di cui si è innamorati, nella quale c’è un fondo di verità non vale niente se agli occhi di chi la legge diventa certezza assoluta.  Nell’architettura del dibattito non c’è spazio per impalcature fantasma. Gli errori della dirigenza ci sono stati, ma dettati soprattutto da urgenze, necessità, quasi mai da ponderazioni goffe.
Rinfacciare Taremi o Arnautovic ad esempio serve a poco. Quando l’iraniano è arrivato su di lui c’erano solo buone relazioni. Se guardaste ogni campagna acquisti di club della Premier, Liga o Bundesliga, restereste stupefatti dal numero di investimenti rivelatisi fallimentari e pagati a cifre folli.
Oggi qualunque mossa viene vista con sospetto. Si chiedeva di ringiovanire la rosa e ora che sono arrivati dei giovani si disserta sull’effettiva qualità.
E’ certo che l’Inter deve fare altre mosse, come quella del centrale difensivo, mentre il quinto attaccante ha tutta l’aria di essere un colpo valido solo se arriva Lookman, il quale, guarda un po', sembrava scontato arrivasse quasi subito. Uno con quelle caratteristiche non si trova solo perché lo si cerca. Se la società riuscirà a prenderlo sarà un grande colpo, diversamente è probabile che in questa seconda parte del mercato si punti a prendere un altro tipo di centrocampista e magari un portiere.
Il tema infatti è se Sommer possa fare un’altra stagione da titolare o se Martinez possa trovare molto più spazio. Ad ogni modo è possibile che possa esserci ancora spazio per un ribaltone verso fine mercato, ovvero l’addio allo svizzero e l’arrivo di un altro portiere chilometrato ma affidabile.
Chiudiamo con una riflessione su Calhanoglu, altro giocatore che veniva dato per scontato lasciasse l’Inter. A furia di sentirci ripetere che la situazione non era ricomponibile, non è stato nemmeno valutato che potesse restare in nerazzurro.
Più o meno come avvenuto con Marcus Thuram.

Non è facile immaginare le decine di dettagli e il sommerso che ha investito il privato del turco in questo mese, ma è stato tutto talmente plateale da convincere senza indugio che la natura umana fosse tanto scontata. A giudicare dalle sue parole non è stato così.
Calhanoglu, a meno di clamorosi colpi di scena, resterà qui. Con buona pace di chi si augurava andasse via o ritenesse che non potesse convivere col resto della squadra.
Il resto della scommessa si vedrà in campo, perché le motivazioni per vincere dovranno essere esibite anche in partita.
Sta a voi fidarvi