Zanetti racconta: "Mi sono innamorato dell'Inter dopo una sofferenza. Da Facchetti a Bergomi..."

Javier Zanetti, vice presidente dell'Inter, ha raccontato a 'Capitani', format di Inter Tv, alcuni dei giocatori che hanno segnato indelebilmente la storia del club nerazzurro: "Essere con Giacinto Facchetti, che il primo giorno mi ha aspettato in terrazza Martini alla presentazione, mi ha fatto capire cosa voleva dire difendere la maglia dell'Inter. Lo Zio (Bergomi, ndr) che mi ha dato la fascia quando lui ha smesso. Mi vengono in mente anche Picchi che è stato un grandissimo difensore e un grandissimo capitano. Essere interista vuol dire onore, vuol dire essere fiero di una maglia che ha difeso per tanto tempo e io posso dire che mi sono innamorato dell'Inter non dopo una vittoria ma dopo una sofferenza e per me questo è un valore unico".
Al solo ricordo del suo sbarco a Milano: "Non nascondo che avevo paura, incertezze, ero molto giovane e in quel momento non sapevo se fossi pronto e preparato per questa grande sfida - ha ammesso Pupi -. L'impatto con l'Inter fin dall'inizio è stato un impatto positivo perché l'amore, l'affetto dei tifosi, la famiglia Moratti è scattato subito". Come sia riuscito a dimostrarsi un leader in tutto e per tutto di fronte agli occhi di grandi campioni passati per l'universo nerazzurro: "Dimostrarlo coi fatti. Poche parole, essere credibili. Dimostrarlo coi fatti e con i comportamenti".
La memoria sbloccata di quell'Inter-Roma del 27 febbraio 2008 all'88esimo minuto per pareggiare 1-1 il risultato: "Quella partita me la ricordo benissimo perché prima di aver segnato quel gol importantissimo la Roma sbaglia il 2-0, che era partita chiusa. Mi ricordo la palla in aria e soprattutto Totti da dietro o De Rossi che non possono fermarmi e per fortuna anche lì la palla è entrata. Quel gol lì è stato fondamentale per vincere quel campionato".
La diapositiva emozionante dell'arcinota finale al Santiago Bernabeu di Madrid, 22 maggio 2010, quando l'Inter vinse la Champions League contro il Bayern Monaco (2-0): "L'orgoglio e l'onore di portare quella fascia lì, in una partita così importante... mi viene in mente quando siamo scesi a fare il riscaldamento. Già vedere la nostra Curva piena... in ognuno di noi scattava quel senso di appartenenza e quella voglia di dire: 'Questa è la nostra, non possiamo fallire e non possiamo non far felici tutti i nostri tifosi'. Quando alzo il trofeo, la mia faccia parla da sola, perché non ero io. Lì ho dimostrato tutta la mia felicità nell'alzare un trofeo che rimarrà nella storia di tutti noi".
Una chiosa che unisce passato, presente e futuro per Zanetti: "Per me difendere questa maglia così, per tante partite, è sempre stato qualcosa di speciale. Di unico. Una cosa che mi ha reso sempre orgoglioso di rappresentare l'Inter. La cosa più bella per me è rimanere legato a questa grande famiglia che è l'Inter. Voglio continuare il mio cammino con l'Inter trasmettendo i miei valori così come l'ho fatto in campo, sempre rappresentando questa società in tutto il mondo".
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