Ruolo per ruolo - Centrocampisti, don't touch my Barella

Ruolo per ruolo - Centrocampisti, don't touch my BarellaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 29 giugno 2021, 16:15Primo piano
di Giacomo Biccio

Ruolo per ruolo, l'analisi della rosa dell'Inter alla vigilia del ritiro. 

CENTROCAMPISTI

Barella: Nel reparto più fornito, Nicolò è la punta di diamante, il raggio di sole più lucente che dà un senso a un centrocampo colmo di quelli che furono grandi nomi e che purtroppo non hanno rispettato le aspettative. 

Vidal: Ha un piede mezzo fuori dall'Inter. Lo ha voluto Conte, preso in contropiede da uno stato di forma lontano anni luce da quello dei tempi juventini, e lo ha scaricato prima della fine della stagione. Se sta così è meglio lasciarlo partire.

Nainggolan: Il ninja che non sfodera più la katana. Vuole tornare a Cagliari, sarà accontentato.

Brozovic: È in scadenza di contratto tra un anno ma Simone Inzaghi ha già chiesto che venga blindato. Cervello e gambe del centrocampo, senza di lui la squadra fatica. 

Vecino: L'uruguaiano è un rebus. Spalletti gli aveva trovato una collocazione tattica adeguata, poi Conte non l'ha più visto. Da uomo mercato può tornare ad essere al centro del progetto. Starà a Inzaghi a farlo rendere al massimo. Acciacchi fisici permettendo. 

Eriksen: Il ragazzo deve prima recuperare al meglio. Ogni ulteriore discorso è superfluo. 

Calhanoglu: Arrivato a parametro zero dal Milan, nell'intento della società il turco dovrà sostituire Eriksen. Per qualità tecniche è impossibile. Con l'impegno e il sacrificio e l'inventiva del neo tecnico interista può far ricredere i più dubbiosi.

Gagliardini: Per gli allenatori da bar, l'Inter avrebbe dovuto cederlo un anno dopo averlo comprato. Eppure prima Spalletti e poi Conte l'hanno confermato. Che Inzaghi veda in lui quello che hanno visto i suoi predecessori?

Sensi: Parlavamo di Vecino in quanto rebus. Nulla in confronto a Sensi. Nicolino Berti ha esagerato paragonandolo a Iniesta quando stava bene, ma il senso della frase c'è. Nei primi mesi all'Inter è stato uno dei migliori. Poi, un infortunio dietro l'altro. Vale ancora la pena confermarlo?