Le pagelle di Roma-Inter: Lautaro nomen omen, Sommer da guantoni d’oro. Inzaghi, perché Correa?
INTER (a cura di Yvonne Alessandro)
Sommer 7 - Quel cross sguizzato via dalle mani stava per diventare un errore clamoroso, da clip per Paperissima Sprint. Si rifà a lungo andare in uscita su Dybala e di riflesso sul proiettile di Pellegrini. Il salvataggio su Soulé è da guantoni d’oro.
Pavard 6 - Perdere il contatto e le misure con un rapace d’area come Dovbyk è la peggiore decisione, per fortuna quella testata angolata nel primo tempo finisce fuori.
Acerbi s.v. - Il duello tra pesi massimi con Dovbyk era il più atteso, ma la sua partita non dura nemmeno mezz’ora. Si accascia a terra e chiede il cambio per un problema alla coscia sinistra. Dal 27’ De Vrij 6 - Reggere all’urto di un cingolato come Dovbyk è un’impresa, rinuncia al duello aereo quando capisce di arrivare in ritardo. Un armadio che inghiottisce il pallone sul tentativo di Dybala in area, ed è una manna per l’Inter.
Bastoni 6,5 - Quell’elastico in faccia a Dybala è pura classe e consapevolezza dei propri mezzi. In maniera artigianale cancella pericoli vaganti nella sua area. Esce stremato e un po’ anche in vista della Champions. Dal 71’ Bisseck 6 - Deve farsi perdonare certe disattenzioni degli ultimi tempi. Freschezza e lucidità aiutano, non si nega nemmeno certe scampagnate in avanti.
Darmian 5,5 - Un po’ compassato per via della coppia alternata Angelino-Zalewski, è costretto spesso ad abbassarsi. La leggerezza sul polacco gli costa un’ammonizione evitabilissima. Inzaghi ci mette poco a levarlo. Dal 71’ Dumfries 6,5 - Quando ha campo aperto se lo prende tutto. La rasoiata in porta mette Svilar all’angolo, costretto ad un’uscita alla disperata in una seconda chance. TNT pronto a esplodere.
Barella 6,5 - Uscito Calhanoglu, spetta a lui e a Mkhitaryan prendere in mano le chiavi del centrocampo. Il giallo gratuito per proteste dimostra che dovrebbe tenere la lingua a freno. Ma se l’Inter riesce a sbrogliare matasse lì in mezzo è merito di suoi colpi tecnici sorprendenti. E una calma olimpica.
Calhanoglu s.v. - È stato lui stesso a chiedere il cambio a Inzaghi. I timori sono tanti, tra calendario impegnativo e Champions alle porte. La speranza è che si sia fermato in tempo. Dal 12’ Frattesi 6,5 - Nemmeno lui si aspettava di entrare così presto nella sfida da grande ex e proprio all’Olimpico. Il primo a divorare la palla sullo svenimento di Zalewski e a scattare in percussione per il gol di Lautaro. Detonatore a innesco.
Mkhitaryan 6,5 - Nei panni di grande ex, sembra un assatanato a tutto campo. Quella traversa impattata ha fatto tremare Svilar, nel secondo tempo tambureggia appena si ritrova la palla tra i piedi. Rimesso a lucido, cala leggermente negli ultimi minuti.
Dimarco 6 - Non si nega mai le sgroppate in avanti in compagnia di Bastoni. Pennella mano del solito e bada al sodo. A tanto così dal tap-in del raddoppio, Celik gli ruba la merenda.
Thuram 6,5 - Sbraccia e protesta per quel tocco di Cristante non fischiato e che lo vedeva lanciato in porta. Aveva smesso di balbettare davanti al portiere, ma quell’occasione nel finale a tu per tu su Svilar era da trasformare in gol. E invece incespica sul pallone.
Lautaro 7 - Incassa calcioni, connette il gioco fra reparti e dialoga a meraviglia con Thuram. Quell’imbucata al bacio per il francese meritava un epilogo diverso, ma la sassata sotto la traversa non vale solo l’1-0. È la risposta ai dubbi su un Toro un po’ appannato in questo inizio di stagione. A quota 3 gol, come un canto di sirena. Dal 72’ Correa 5 - Scelta davvero incomprensibile, specie quando in panchina hai Arnautovic e Taremi scalcianti. In copertura si mette a camminare, quando fa il furbo su Svilar il giallo scatta in automatico. Inzaghi, perché proprio lui?
Simone Inzaghi 7 - In una partita con due perdite pesanti e due cambi obbligati in 27 minuti, con i piani originari in frantumi e di fronte ad un Olimpico rovente, si prende una vittoria di capitale importanza. Tre punti che sanno di piena boccata d’ossigeno nonostante l’aria rarefatta per il pressing di Milan e Juve. E il Napoli è sempre lì, due punti avanti.
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ROMA (a cura di Patrick Iannarelli)
Svilar 7 - È chiamato agli straordinari su Thuram, ma si oppone coi soliti riflessi. Sul gol di Lautaro, nel secondo tempo, può farci poco e nulla. Ci mette le mani anche su Dumfries.
Mancini 5,5 - Si spinge spesso in avanti, prova a mettere in piedi la solita prestazione di solidità difensiva. Ma l'Inter è l'Inter, Thuram e Lautaro pure.
N'Dicka 6 - Si piazza al centro e gestisce palloni, quelli che scottano un po' di più passano tutti dalle sue parti. Una delle poche note positive in un'altra serata da dimenticare.
Angeliño 5,5 - Juric gli chiede di fare un ruolo che si addice poco alle sue caratteristiche. Si sacrifica, fa quel che può. Ma spesso lascia la difesa abbastanza scoperta. Dal 79' Hermoso s.v.
Celik 5 - A volte sembra avere dei limiti strutturali. Prima si divora il gol del vantaggio causa Dovbyk, poi regala a Lautaro la palla che stappa il match. Un intervento su Dimarco non fa primavera.
Koné 5 - Messo in mediana per fronteggiare piede e fisico dei centrocampisti interisti, gira a vuoto. Sembra abbastanza spaesato. Dal 53' Pisilli 6 - La grinta non manca, la lucidità forse sì. Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette.
Cristante 5 - I fischi sono diventati ormai un sottofondo musicale quando tocca il pallone. E lo condizionano parecchio mandandolo fuori giri. Dal 79' Le Fee s.v.
Zalewski 5 - Ci mette anima e cuore? Sì, ma non basta: va in confusione, spesso pasticcia anche nelle situazioni più semplici. Dal 73' Baldanzi 6 - e ossigeno puro, ma non basta per dare la scossa definitiva.
Pellegrini 5,5 - Inizia con una progressione palla al piede, poi si perde sul più bello. Gira a vuoto, tra fischi e qualche timido applauso.
Dybala 6,5 - Alla mezz'ora ha una grossa occasione, ma incespica sul pallone. Poi difende, ripiega, prova a sacrificarsi tantissimo: ma è lontano dalla porta e si vede. Dal 79' Soulé 6 - Sommer gli cancella il gol del pari, entra con un piglio differente.
Dovbyk 5,5 - Lotta e combatte, ma alla fine combina poco. Spara fuori un colpo di testa che avrebbe meritato una sorte differente.
Juric 5 - Niente da fare, non riesce a dare la giusta continuità. Altro passo falso, chissà cosa accadrà nelle prossime settimane.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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